Muro fermato da un infortunio ed un pensiero a Boston

 

Ne avrà per trenta giorni il nostro quarterback placcato duro ieri sera da una difesa di difficile lettura da parte dell’attacco. Un tutore aiuterà la clavicola a saldarsi da una infrazione, ma questo obbligherà comunque Marco, a saltare i nostri prossimi impegni. Pochi allenamenti a disposizione per inventarci un nuovo qb capace di tenere il campo degnamente.  Sarà l’occasione per dimostrare il nostro affetto a Marco dimostrandogli di impegnarci a fondo per fargli sapere che la squadra è con lui, che il suo esempio di serietà e coraggio sarà seguito da tutti e che raddoppieremo i nostri sforzi sopperendo alla sua mancanza.  Dovremo lavorare duro perché non abbiamo molto tempo, ma siamo una squadra e siamo in grado di sopperire anche ad avversità ed infortuni.  Dovevano essere partite per sapere quanto valgono i giocatori nuovi o con poca esperienza, avremo l’occasione per saperlo.

Un pensiero va oggi a quel bambino di otto anni che è morto correndo incontro a suo padre nell’ultimo chilometro della maratona di Boston, e con lui a tutte le vittime,  non solo quelle che sono morte, ma  anche tutti quelli che a quelle scene hanno assistito e che non dimenticheranno mai come in un secondo si possa trasformare una enorme gioia in un incredibile dolore. A noi non interessa chi sono i colpevoli anche in questo caso la domanda che ci poniamo e che vorremmo che tutti ci ponessimo è: “dove abbiamo sbagliato ?” Ognuno di noi si interroghi ed agisca per cercare di far si che atti come questo non si debbano più ripetere, non solo perché l’intelligence riesca a  prevenirli, ma perché non ci siano le condizioni perché ciò possa accadere. Impegniamoci tutti affinché le persone abbiano occasione di sfogare la propria rabbia comunicando, senza sentirsi emarginati, soli o disperati. Disinneschiamo con un sorriso, una parola, un gesto, coloro i quali potrebbero domani cadere vittime di idee folli o autolesioniste. Nessuna polizia potrà mai fermare persone disperate, ma la solidarietà di tutti potrà non innescare la disperazione di questi individui. Siamo consapevoli che può sembrare una cosa difficile o quasi impossibile, ma se ognuno di noi lo facesse certamente sarebbe meno difficile. Non aspettiamo che siano sempre gli altri a cominciare. Proviamo nel nostro piccolo ogni mattina uscendo a salutare con un sorriso chi incontriamo. Ad essere magari più tolleranti verso chi incontriamo, proviamo ad inserire “Per favore” quando chiediamo qualcosa al bar, o in altre occasioni anche se riteniamo di avere premura, non sarà quel secondo che ci danneggerà, ma potrebbe però essere l’inizio per una vita più umana. Ogni volta che stiamo per arrabbiarci per cose che neanche ci ricordiamo, immaginiamo quel bambino che ci corre incontro con il sorriso e sorridiamo anche noi. Potrebbe essere l’inizio di una cosa grande