Ciao Gianluca, in bocca al lupo
Ieri sera durante l’allenamento abbiamo ricevuto la visita di Gianluca Pasqualetti che era venuto a salutarci. Da oggi comincia un nuovo campionato per lui. In questo momento è già in viaggio per il Portogallo dove andrà a gestire un ristorante. Non lo farà da solo, avrà al suo fianco Darika la sua compagna che a maggio lo renderà padre. Per noi, nel dispiacere di non poterlo più vedere con frequenza, la consapevolezza che ha finalmente realizzato il suo sogno: un locale tutto suo, una compagna con la quale fare progetti, un figlio in arrivo. Il suo percorso non è stato facile, anche lui ha dovuto combattere con tante difficoltà, ma cosi come ha fatto sul campo, ha dapprima imparato a giocare,
poi si è impegnato per dare a se stesso ed ai suoi compagni grande soddisfazioni, diventando un esempio in campo e guidando da capitano la squadra alla conquista del 33° Superbowl. Un grande cambiamento da quel ragazzo che a Napoli si faceva espellere per fallo di frustrazione dovuto alla sconfitta, al giocatore
maturo che giocava con tanta aggressività controllata e nel rispetto degli avversari e compagni. Il numero trent’uno da domani sarà a disposizione di un altro giocatore che speriamo possa avere la stessa fortuna e determinazione di Gianluca. Appena arrivato ci comunicherà l’indirizzo dove chiunque avrà la possibilità e lo vorrà, potrà andarlo a trovare magari questa estate. In bocca al lupo Gianluca con tutto il cuore da tutti noi.
Ieri sera buon allenamento, durante il quale sono stati annunciati i prossimi appuntamenti. Saranno due i test ad aprile, mentre stiamo cercando un accordo per una partita internazionale. Martedì ci sarà una televisione a riprendere il nostro allenamento per una trasmissione sportiva e ci è stata confermata la presenza delle nostre divise su due attori in una fiction di Disney Channel. Abbiamo invece rifiutato l’invito di una televisione che ci voleva vestiti a fare folklore. Credo che il football americano e la nostra squadra abbia il diritto ad avere la stessa dignità riservata ad altri sport. Un conto è andare in uno studio e mostrare come è fatta una divisa, un altro discorso è andare in dieci indossando senza motivo caschi e paraspalle.