Football americano non solo uno sport
Il football americano è certamente un grande sport, ma non è solo quello. Se analizziamo come vengono stilati i calendari, i campionati l’approccio al gioco degli spettatori potremmo imparare molto su un tipo di cultura e di civiltà, speso molto diversa dalla nostra. Se riuscissimo a prendere da ognuna il meglio, forse avremmo una soluzione a tanti problemi anche non solo sportivi. Prendiamo per esempio il sistema della composizione dei campionati. In Italia è possibile che squadre di provincie piccole possano accedere alla serie A con grande gioia dei cittadini di quella provincia, ma danneggiando tutto il movimento, ed alla fin fine la provincia stessa che si vedrà costretta ad adeguare uno stadio alle esigenze ed alle richieste della seria A, per poi dopo pochi anni probabilmente avere uno stadio sotto utilizzato. Negli States questo non avviene, le squadre vengono collocate dove c’è la maggior richiesta da parte del pubblico e dove c’è maggior facilità nel poter usufruire di tale spettacolo. Ogni squadra ha lo stesso budget di spesa, ed è proprio in base a questo criterio che vengono composti le division a tutti i livelli, nei college oltre che ovviamente che nei Pro. Tante division producono tanti vincitori , mentre da noi il nostro sistema produce quasi sempre un vincitore e tanti sconfitti. Questa mentalità produce la teoria che chi non arriva prima è uno sconfitto, bloccando sul nascere qualsiasi progetto a medio e lungo termine ed obbligando le società a cambiare programmi repentinamente senza mai attuarne uno, con un notevole aumento dei costi e della frustrazione. Se riuscissimo a dividere lo sport dallo spettacolo sportivo, il professionismo, già avremmo fatto un grosso passo avanti. Se concepissimo il professionismo per quello che è e per lo scopo che dovrebbe avere riusciremmo a vedere i professionisti non più come degli id
oli, ma come dei lavoratori privilegiati. Negli States ogni mancato rispetto delle regole da parte di un giocatore professionista viene punito con sanzioni amministrative, visto che tali comportamenti producono danni economici a chi è reo di tale comportamento, così da disincentivarlo oltre che a tutelare il pubblico. In Italia viceversa venuti a conoscenza di combine nessuno ha pensato a risarcire il pubblico pagante. Cosi come quando si squalifica un giocatore, al posto che comminargli una pesante sanzione, nessuno pensa allo spettatore che ha pagato l’abbonamento per assistere alla partita con quel giocatore in campo e non senza. Insomma vuoi essere considerato un lavoratore, sei arrivato perfino a fare sciopero l’anno scorso, mentre la nazione sta facendo grandi sacrifici ,per non voler pagare le tasse, bene se danneggi lo spettacolo anziché migliorarlo paghi. Diverso nei college dove lo sport viene considerato per quello che è o dovrebbe essere: un momento di formazione e di divertimento, che coinvolge non solo gli atleti, ma tutti gli studenti. La partita è una festa, pur nella rivalità. Bande, cori, cheer leaders, tutto contribuisce al divertimento, ma anche alla formazione dei ragazzi, dei quali solo pochissimi finiranno poi nei pro. Ogni scuola americana, ogni college ha le sue squadre, la sua banda, il suo modo di approcciarsi alle partita e tanti ragazzi possono attraverso lo sport socializzare, affinare le loro attitudini, imparare il rispetto delle regole e degli altri, insomma crescere migliori dal punto di vista formativo ed imparare che ci sarà sempre uno più forte ed uno più
debole, ma che lo scopo non è e non deve essere annientare l’avversario ma apprezzare comunque ciò che di buono fa. La nostra storia e la nostra tradizione ci ha abituati fin dall’Italia dei comuni a mal tollerare lo sconfitto, a non vederlo come colui che ci permette di vincere, per cui una parte essenziale, così come lo sconfitto mal tollera il vincitore e tende a non vederlo mai come uno che, avendo vinto, è migliore, per cui uno con cui o collaborare per aumentare con il nostro contributo la sua migliore strategia. Uno comunque da copiare aggiungendo quello che da noi aveva funzionato, ma, rosi da invidia e frustrazione lo si vede spesso solo come uno che per dieci mila motivi, ovviamente lontani dalla sua abilità, ci ha battuto. Questo porta per esempio che negli States quando in un partito dopo un aspra battaglia vince uno dei candidati, gli altri si accodano e collaborano, cosa per noi impensabile. Spero di riuscire a continuare più avanti ad approfondire questo disamina che trovo potrebbe servire molto a migliorare la nostra mentalità.