Una strana riunione
Qualcuno ieri si aspettava una giornata normale. Si l’azienda aveva avuto una pensata: utilizzare lo sport per far meglio capire come si sviluppa giornalmente la nostra vita. Un po’ più originale del solito, ma sempre una cosa di riunioni: uno che parla, più o meno forbito, ma sempre delle specie di riunioni. Morale un’altra giornata persa mentre sulla scrivania le pratiche si accumulano. Questo deve essere stato il pensiero iniziale più o meno condiviso del gruppo di persone incontrate ieri. Improvvisamente durante la prima di queste riunioni parte un filmato sul football americano della NFL, poi delle immagini dei Rams di Milano, poi entrano i Rams. Si, perché quando ci muoviamo non importa se siamo da soli, in cinque come ieri, o in sessanta, i nostri interlocutori capiscono che hanno a che fare con una squadra, un gruppo, ed allora ci si sente spiazzati. La prima impressione è quella di voler sminuire quello che si andrà a vivere, non si sa mai, meglio mettere le mani avanti, poi, saputo che si avrà l’occasione per poter trattare tu
tti da pari, qualcuno pensa di avvantaggiarsi, poi … poi la magia di questo sport trasforma tutti. Poi i Rams si dividono ed entrano a far parte delle rispettive squadre Blu, Bianchi non conta, in quel momento, per quel giorno la nostra squadra diventa quella di cui condividiamo gli sforzi. Il gruppo dapprima composto da individui legati da non si sa cosa, diventano una squadra, determinata, empatica, unita. Si comincia a respirare il piacere di lavorare insieme e non contro, si comincia ad incitare e non a criticare, si assapora il piacere di quanta forza riesce ad esprimere un gruppo quando si permette ad ognuno di loro di dare il proprio apporto. Del caldo, dei moscerini, della stanchezza ci si preoccuperà dopo, ora c’è una partita da giocare. Due splendide mete ed un intercetto riportato in meta hanno permesso ai blu di prevalere sui bianchi che possono vantare due azioni strategicamente perfette, dopo un inizio in cui il concetto di squadra aveva fatto fatica a filtrare. Questo però è un dettaglio, un qualcosa a cui rimanere legati da oggi per ricordare questa esperienza. Certo che ieri sera sentir parlare di squadra vedendo giocare dei milionari a pallone strideva vistosamente con quello che a
vevamo provato nel pomeriggio. Certo che ieri sera qualcuno, come spesso succede, rimpiangeva di non aver potuto giocare quando il fisico e gli impegni avrebbero potuto permettergli di vivere ancora più intensamente queste sensazioni. Il football non è uno sport per tutti, ma ieri abbiamo capito che la differenza non va cercata nel fisico, va cercata nel carattere. Sapersi sacrificare per gli altri, rispettarli, fare appieno il proprio dovere, essere puntuali, disciplinati, empatici, disponibili, accettare e capire l’importanza del proprio ruolo, qualunque esso sia, queste sono doti che sono essenziali per un giocatore di football. Certo si può essere giocatori di football senza mai essere scesi in campo e questo è quello che ogni volta impariamo da queste giornate. Quante persone sono pronte a battersi come dei leoni per la propria squadra, nel momento in cui si identificano in essa e nel momento in cui tutti ne condividono gli scopi? Quanti giocatori di football incontriamo giornalmente senza rendercene conto? Ieri ne abbiamo incontrati tanti, che ci hanno fatto capire quanto noi siamo fortunati nell’avere conosciuto questo sport e nell’averne appresi le grandi verità e i valori che esso sa insegnare e trasmettere fin da giovanissimi. Ieri ho imparato che qualche volta dovrei cercare strade diverse per raggiungere la meta prefissata e non fermarmi su quella apparentemente più facile. Grazie, grazie per avermi permesso e averci permesso di vivere con voi le vostre emozioni. Grazie a Marco, Nicola, Bush e Dario per avermi aiutato e per aver condiviso questa avventura, con la professionalità e disponibilità che l’appartenere ai Rams pretende. Grazie alla professoressa Muzio per averci voluto al suo fianco e un grande in bocca al lupo a Luca, suo prezioso collaboratore e grande conoscitore non solo della psicologia, ma anche dei segreti del montaggio dei filmati e dell’uso del PC, oggi impegnato nell’esame di stato.