Proteggere la propria casa

Allenamento in solitaria, ovale in mano, dentro la nebbia, lungo il campo del Saini. Giocano brutti scherzi le vesciche ai piedi e la sbadataggine di scordare scarpe da ginnastica per la seduta in palestra. Poco male però, perchè minuto dopo minuto, sudando nel silenzio del campo, mi rendo conto di cosa significhi la parola “casa”. Tiro lungo in quel tratto perchè so essere più battuto, tiro corto in quell’altro perchè so essere più viscido con il freddo. Occhio a quella buca, so dov’è messa ancora prima di vederla. Non posso non conoscerla, è casa mia. Probabilmente i giri di campo o gli esercizi li potrei compiere a occhi chiusi. Quel campo lo conosce benissimo solo un Rams. Sa quando ha più erba, quando meno. In che condizioni diventa difficile e in che condizioni è ottimale. E’ familiare come una “casa”, appunto. E allora con che faccia guardiamo chi anche solo segna un touchdown in casa nostra? Pur non conoscendola, la percorre e la sbeffeggia così, portando la palla li dove lo stesso Saini non vorrebbe mai. Ci si può credere o no, ma anche la natura ha un’anima e si lega alle persone che ne fanno parte e la condividono. Il Saini non è di nessun altro se non dei Rams e i Rams non sono di nessun altro se non del Saini.

Abbiamo sentito troppe parole in questi anni di chi si permette di aprire la bocca per dargli aria. Abbiamo subito troppo e abbiamo fatto subire, per nostra colpa, al Saini umiliazioni evitabili. Quel campo sarà sempre li quando ne abbiamo bisogno; dimostriamogli di essere anche noi sempre li quando lui vuole fare bella figura. Ci sarà il sole, ci sarà la pioggia, poco importa. Si farà stupendo solo con i Rams che esultano vittoriosi. Ma per farlo si, dovremo versare lacrime e sudore, senza risparmio. Riprendiamoci la nostra casa e proteggiamola. Perchè domani, sentire dalla bocca degli altri che, al Saini, anche solo per conquistare una yard si dovrà sputare sangue, sarà la nostra ricompensa più grande.

Enricuzzu #56