Saini field come un college e continua il reclutamento
Si ieri sera chi passava dal Saini non avrebbe creduto ai suoi occhi. Un campo coperto da erba tagliata corta calpestata da circa 40 ragazzi, non tutti under 21 per dir la verità, alcuni semplicemente neofiti, si stavano allenando con determinazione e costanza. Buon allenamento, nessuno che vomitava ed ad un certo punto perfino i moschino hanno deciso che era meglio stare a guardare piuttosto che farsi mangiare. Due ore intense in cui l’attacco a potuto cominciare ad adattarsi a quanto richiesto da Randy e la difesa ha cercato di adattarsi a questo nuovo modo di giocare del nostro attacco. Ci sarà molto da lavorare, alcuni ragazzi dovevano ancora dimostrare di guadagnarsi l’attrezzatura per cui difficile valutarli, ma la cosa importante è che tutti ci siamo divertiti. Il primo passo è stato quello giusto e questo è un fatto importante. Giovedì si replica sempre alle 19.00 puntuali.
Intanto continua il reclutamento per i nuovi aspiranti arbitri. La figura proposta dalla nostra federazione devo dire che spesso è più attrattiva di quella di giocatore. Arbitro non più come ripiego, non una scelta obbligata in quanto giocatore mancato e con risentimento verso chi invece ce l’ha fatta, ma una scelta consapevole di chi ritiene che il ruolo di tutore dell’incolumità dei giocatori sia più adeguato al suo carattere, sia una sfida più grande da raccogliere. Ci si potrebbe spaventare volendo cimentarsi con un ruolo complesso che richiede oltre una grande passione per il nostro sport, la volontà di continuare a migliorarsi rinunciando a guardare la partita nel suo complesso per focalizzare l’attenzione sul proprio ruolo, ma la consapevolezza di far entrare a far parte comunque di una squadra, di poter condividere grandi emozioni con i propri compagni di avventura, rende questa ruolo affascinante cosi come illustratoci da quello che oggi è il più quotato in NFL. Il suo racconto ci affascinò e fece si che tutta la federazione imparò a modificare il proprio atteggiamento nei confronti di chi sceglieva tale ruolo avendo. Non più caprio espiatorio, non più facile scusa per giustificare risultati non voluti, ma grande rispetto per chi diventava primo alleato dei giocatori anziché loro avversario. Per questo motivo anche la scelta di rinunciare a qualsiasi compenso al di fuori del rimborso spese, esattamente come avviene nella NCAA e perfino nella NFL, ha posto per la prima volta i nostri arbitri in una luce totalmente diversa da quella avuta fino ad allora.
Ci pacerebbe vedere la strada indicata da noi anche in altri sport, convinti come siamo che sport di contatto non potrebbero essere giocati senza arbitri, ma che tale posizione non deve permettere agli arbitri stessi di ricattare i giocatori pretendendo compensi non pagabili. Tale atteggiamento non è consono all’idea di arbitro che ci siamo fatti e che vogliamo diffondere, così come siamo però convinti che tale scelta deve essere fatta a priori e non a posteriori. Non recluteremo arbitri con la promessa di pagarli per poi non farlo, ma nel rispetto dei reciproci ruoli daremo agli arbitri quanto promesso. Per questo l’anno scorso è stata una grande annata per il nostro movimento. Il primo passo verso questa nuova direzione è stato fatto e siamo felice che a guidare questa nuova strada insieme a Dario Cittadini e a Simona Zara sia stato Giovanni Frisiani, un ragazzo di settanta e passa anni con il quale avevamo cominciato questo discorso tanti anni fa.
Il 24 e 25 settembre un nuovo corso arbitri prenderà il via, il football ha bisogno di tanti nuovi appassionati che possano garantire a tanti nuovi giocatori campionati dai tempi certi e dai costi accettabili. Se pensate di essere all’altezza di tale compito accettate la sfida, potrebbe anche essere un modo divertente per condividere una grande passione con la vostra fidanzata, moglie o amici. Noi siamo consapevoli che dovremo crescere insieme e siamo consapevoli che i vostri errori, come i nostri, saranno utili alla nostra costante crescita tecnica, ma anche e soprattutto umana. In fondo è per questo che tutti insieme ci troviamo a sudare sette magliette sui campi non sempre verdi, per questo siamo tutti orgpogliosi di far parte di questa Federazione e di questo sport.