Insegnare il football americano
Continua l’impegno dei Rams nell’educazione sportiva che ha come scopo far conoscere i valori del football americano in un paese che oramai, dai lontani e dorati anni 80, ha dimenticato col susseguirsi anche di una sola generazione prima di tutto cos’è il nostro amatissimo sport, e secondariamente quali sono i valori che porta. Lo sprint che i Rams Milano degli anni duemila stanno dando al football americano milanese vuole partire dal basso, dal contatto con i ragazzi e le realtà che caratterizzano lo sport e l’educazione in Italia, cioè anche gli oratori. Quattro dei nostri volenterosi Rams si sono quindi attrezzati di palloni, attrezzatura e buona volontà e sono partiti di mattina per l’oratorio Gesù di Nazaret nel nuovo quartiere Adriano di Crescenzago, nella parte periferica vicino a Sesto San Giovanni di Milano. Appena dopo le presentazioni abbiamo chiarito qual era lo scopo della nostra giornata: 1) Insegnare cos’è il football 2) Insegnare quali sono i valori del football 3) Divertirsi. Abbiamo quindi iniziato a spiegare le regole fondamentali, le caratteristiche del nostro sport, perché è divertente giocarlo e perché
è educativo. Parola chiave era: SQUADRA. Un termine che purtroppo oramai nei valori dello sport italiano sta perdendosi, lo vediamo tutti i giorni.
Proiettiamoci in sud africa un momento: il fallimento della squadra a cosa è stato dovuto a sentire i giornali e i giocatori? Alla mancanza di due giocatori di punta che trascinassero la squadra. Nessuno ha pensato che invece ci fosse un problema a livello di coesione, di proiezione al risultato, di volontà di battere uniti l’avversario? Perché guarda caso gli unici gol che abbiamo fatto sono stati in quegli ultimi minuti in cui la paura di perdere la faccia, li faceva osare, visualizzare l’obiettivo gol, avere il senso e la fluidità del gioco e quindi segnare? Sono certo che se avessimo giocato in quel mododall’inizio alla fine ora avremmo superato il Brasile come numero di mondiali vinti.
E’ questo che dobbiamo insegnare ai ragazzi, l’importanza non dell’individuo ma del contesto sociale in cui è inserito. Dopo aver fatto una serie di esercizi per imparare a lanciare il pallone, a passare il pallone, a fare le tracce di base dell’attacco siamo quindi passati a cose più tecniche, come insegnare la disposizione in campo e poi a provare quei fondamentali che si vedono sempre agli allenamenti. Incredibile la ricettività dei bambini a partire dalla quinta elementare, per quanto riguarda l’entusiasmo nell’imparare qualcosa di nuovo e soprattutto nella disponibilità a farsi plasmare secondo modelli che non sono insegnati tutti i giorni. Abbiamo cercato, volutamente, di insegnare, che il FA è uno sport in cui la disciplina è fondamentale. “Quando parla l’allenatore, i giocatori tacciono e ascoltano, poi chiedono!” oppure “Per scendere in campo non dobbiamo sembrare un branco di pecore, ma un plotone di soldati pronti a morire per conquistare la meta e difendere i compagni!”. Bellissimo ed edificante il riscontro, perché i bambini non sono stupidi. Capiscono che c’è effettivamente un riscontro pratico in un comportamento di rigore: imparare di più, più in fretta e quindi giocare e divertirsi di più e meglio. Per noi istruttori le soddisfazioni e il divertimento sono assicurati. Abbiamo diviso i bambini che avevamo già inquadrato in ogni ruolo dopo la seconda azione, abbiamo fatto fare schemi improbabili che sembrava impossibili implementare dopo solo tre ore di allenamento. Grandissima soddisfazione vedere un attacco di 12 anni fare schemi complicati o una difesa blitzare e saccare il quarterback!
I Rams lasciano ancora una volta il segno sul territorio milanese, sperando che tante squadre, continuino come già fanno e altre si uniscano a fare come noi e ci aiutino in una missione che vuole riportare in primo piano uno sport che ha tanto da dare e pochissimo da chiedere: buona volontà e voglia di fare.
Il Pensiero di HP
di Dario D’Ambrosio