La Cina è lontana

“La Cina è lontana, e sarà la solita influenza”, questa è la prima cosa che ho pensato a gennaio quando la notizia del virus è esplosa sui media… tra i numeri, i virologi, le opinioni politiche, quello che mi ha colpito è stata la grandiosa efficienza del regime cinese capace di sigillare una regione e di costruire un ospedale in 6 giorni… Ci pensate? Una cosa incredibile per noi Italiani…quelli del Ponte Morandi…quelli della Salerno-ReggioCalabria…e quindi mi sono affidato all’illusione che questa cosa sarebbe rimasta lì, a Whuan, in piccolo paesino con qualcosa come 11 milioni di abitanti.

Sono sicuro che tanti come me hanno pensato lo stesso, chi più e chi meno… Il mio lavoro ad esempio mi richiede di risolvere problemi tutti i giorni e quindi ho sviluppato un approccio che mi porta a ridimensionare sempre i problemi cercando di minimizzarli per affrontarli con più serenità, e cosi ho fatto… ma forse me la sto solo raccontando, probabilmente abbiamo talmente tante cose a cui pensare nella nostra vita, che i problemi degli altri, finché non ti colpiscono davvero, non ti interessano.

Noi italiani siamo molto bravi in questo, possiamo anche raccontarci che subiamo il retaggio del nostro campanilismo, ma in cuor nostro sappiamo che tendiamo a tralasciare spesso la coscienza sociale all’interesse personale. La dimostrazione sta nel fatto che viviamo nel paese più bello e invidiato del mondo, eppure siamo tra gli ultimi del mondo.

Non vi nascondo che spesse volte questo contrasto mi ferisce, sono abituato a far parte di una squadra, a sentirmi parte di un gruppo, eppure anche se mi sento parte dell’Italia, faccio fatica a sentire che l’Italia fa parte di me.

Ebbene è inutile che vi racconti quello che è successo da gennaio ad oggi 12 Marzo… Oggi sono in casa, alla mia scrivania, come 60 milioni di Italiani, il campionato di football per cui mi sono allenato duramente è fermo e chissà se riprenderà quest’anno, il mondo degli eventi in cui lavoro è dilaniato da questa emergenza e non si prospettano momenti rosei… Insomma COVID-19 mi ha tolto il lavoro, mi ha tolto lo sport, e anche la libertà…eppure se butto un occhio per strada c’è ancora gente che va in giro a passeggiare… ma mio nonno, che è andato in guerra e non poteva stare a casa a leggere, mi ha insegnato ad essere ottimista e quindi penso al futuro.

Anche se non so quando sarà tutto finito, so per certo che tra quattro mesi compirò 30 anni, ed avrò di fronte un mondo profondamente cambiato… spero di trovarmi in un paese profondamente cambiato, e quindi…

Credo che 60 milioni di Italiani capiranno che il sacrificio di tanti, può salvare la vita di pochi.

Credo che 60 milioni di Italiani capiranno che, se ognuno fa il suo, tutti vinciamo, ma se solo uno non lo fa, diventiamo fragili.

Credo che 60 milioni di Italiani capiranno che la forza della nazione sta nell’anello più debole e non in quello più forte.

Credo che 60 milioni di Italiani capiranno che facciamo tutti parte della stessa famiglia, nessuno escluso.

Credo che 60 milioni di Italiani capiranno che siamo il paese più bello del mondo, se lo viviamo come se fosse la casa del nostro migliore amico.

Credo che 60 milioni di italiani capiranno che da soli siamo pizza e spaghetti, ma insieme siamo l’ITALIA del tricolore.

Se sono capace di credere a tutto questo, oggi non sono a casa da solo ma nei miei 25MQ ci sono con me 60 milioni di Italiani.

Greg Nason