Bravi Leoni.
Cominciamo con il fare i complimenti ai Leoni, che malgrado il lungo viaggio ed il numero ridotto di giocatori hanno onorato sabato sera il play off con una grande prestazione, impegnando i Rams fino alla fine della partita e riuscendo a limitare la sconfitta ad un solo touch down di differenza. Ben diversa dalla partita alla quale abbiamo assistito ieri a Verona dove i Redskins hanno sostenuto meno di un allenamento contro i Razorbacks Piemonte, presentatisi in pochi e poco preparati, alla sfida per il proseguo del campionato, contro i Pellerossa veneti, al contrario molto numerosi e ben organizzati, partita finita in mercy roule. Bellissimo il terreno di gioco in erba naturale, pessima la tribuna con soli cinque gradini da terra e a ridosso della panchina della squadra ospite, cosa che rende poco visibile la partita e impedisce agli allenatori e ai giocatori qualsiasi tipo di colloquio riservato, inoltre mancava uno speaker che spiegasse il gioco ai tanti che comunque erano dietro la rete di recinzione e sulle tribune e soprattutto un tabellone segnapunti. Peccato credo che una buona organizzazione che curasse anche gli aspetti inerenti alla fruibilità dello spettacolo, faciliterebbero la comprensione e la diffusione del nostro sport, oltre ovviamente la spiegazione delle regole ai giocatori che si schierano in campo. Ieri abbiamo assistito al ritornatore di Torino che ha lasciato, andandosene, la palla su uno dei tanti Kick off, convinto che questa fosse morta, permettendo ai giocatori di Verona di ricoprirla a due yards circa dal touch down, segnato al gioco successivo. Normalmente si dovrebbe presumere, che chi partecipa ad uno special team, o almeno il ritornatore designato conosca le regole di tale azione e la differenza tra un punt ed un kick off. Chiaro che poi in assenza di uno speaker che spiegasse l’accaduto è toccato ai molti ex giocatori presenti spiegare al pubblico, con più o meno, personali interpretazioni della regola quanto era accaduto in campo. Credo che da questo punto di vista la Federazione dovrebbe affiancare le società e che almeno il tabellone segnapunti debba diventare obbligatorio alle partite per permettere al pubblico di capire meglio ciò che accade in campo. Se possiamo capire la difficoltà ed i costi che un impianto microfonico e degli altoparlanti possano avere e la sua difficoltà oggettiva nel reperirlo in alcuni campi, crediamo che un tabellone segnapunti e segna quarti, non superi il prezzo di duecento euro e duri almeno quattro o cinque campionati, cosa che rende sopportabile tale investimento a qualsiasi società e contribuirebbe a rendere più fruibile lo spettacolo. Tanti complimenti infine agli amici Giants che si sono battuti alla pari cedendo solo per un punto contro i forti russi dello Spartans di Mosca nella finale di Celf Cup, seconda coppa europea per forza delle società partecipanti. Bravi lo stesso.