La federazione che vorrei.
Mi piacerebbe avere una federazione che sta accanto alle società, che ne ascolta i problemi e le aiuta a trovare le soluzioni. Mi piacerebbe una Federazione che avesse anche il coraggio di dire dei no, che sapesse che non basta avere un logo e dei caschi per poter scendere in campo, ma che valutasse prima attraverso delle amichevoli o dei tornei ad hoc chi è in grado di sostenere un campionato e chi no. La meritocrazia comincia prima di iscriversi ai campionati. Le società dovranno sapere che ci saranno programmi per facilitare la crescita ma che per fare un campionato bisogna avere degli standard minimi ai quali attenersi. Vorrei una federazione che con questi criteri preparasse i calendari a novembre così da permettere alle società la miglior organizzazione dei campionati, magari potendo anche stampare dei calendari che aiuterebbero sicuramente nella diffusione di informazione e pazienza se per il primo anno si dovesse rinunciare a qualche squadra, siamo certi che dal secondo anno i dirigenti si prepareranno per tempo. Mi piacerebbe una federazione in cui i dirigenti delle società aiutassero la federazione nella gestione, pagando per tempo e non sempre l’ultimo giorno o in ritardo, ma mi piacerebbe anche una federazione che controllasse i bilanci delle società per capire e consigliare chi sta sbagliando negli investimenti, questo a tutela del patrimonio unico di una federazione: i propri ragazzi atleti. Quando chiude una squadra è una ferita che sanguina, non un cliente in meno. I ragazzi che in quei colori hanno creduto, che in quella società hanno investito la loro passione, resteranno amputati di qualcosa che non ritroveranno più, e questo la federazione non dovrebbe permetterlo. Certo ci vorrebbero dirigenti che antepongono il bene di tutti al proprio, coach capaci di fare scelte senza illudere nessuno e senza deludere nessuno, spiegando chiaramente quali sono i loro criteri di scelta ed attenendosi a questi al posto di coach che per il quieto vivere facessero finta di accontentare tutti, danneggiando tutti, dando sempre la colpa a qualcun altro. Che bello una federazione dove ognuno porta il suo mattoncino e dove ognuno si limita a fare ciò di cui è capace, ricordandosi sempre che la prima fonte di ispirazione deve essere il bene dei ragazzi e non il proprio. Dopo tanti anni di esistenza credo che una federazione qualunque essa sia o ha creato dei dirigenti, coach medici, capaci di gestire le tante mansioni che una federazione richiede o se dovesse affidarsi a poche persone che ricoprono più ruoli, avrebbe fallito il suo compito istituzionale che è quello di diffondere il nostro sport e diffondere vuol dire anche creare dirigenti, coach, tecnici, medici e così via. Se ci fossero persone che ricoprono più ruoli qualcosa non funzionerebbe, o questi sono accentratori e hanno posto il proprio interesse ad aumentare il loro potere a scapito del bene di tutti o non sono capaci di far crescere e diffondere il nostro sport e per cui sono nel posto sbagliato. Chi però assistesse a tutto questo senza nulla fare sarebbe per lo meno complice quando non una delle cause di ciò. Per fortuna noi siamo in una federazione molto vicina a quella che io auspico, la programmazione viene fatta per tempo proprio per aiutare le società, l’haed coach della nazionale riunisce il suo staff e con coscienza chiama tutti i giocatori o presunti tali a farsi vedere, consapevole che la priorità non sono le società, ma un buono scouting sui tanti talenti che sono fioriti in Italia dall’8 gennaio al 5 febbraio. Malgrado ricopra ben altre mansioni, essendo haed coach dei Giaguari, Presidente del comitato regionale Lombardo, incaricato per gli impianti da parte della Federazione non ha esitato a sacrificare un altro week end ed ha convocato questi nuovi centoventicinque atleti a Bologna prima di scegliere i sessantacinque che giocheranno in amichevole a fine marzo contro gli americani. Si questa è proprio la federazione che voglio ed insieme a me tutti i Presidente che tacciono contenti.