Professionisti o amatori
Professionisti o amatori? Questo è il grande dilemma di credo tutto lo sport e credo che questo dubbio lo abbia avuto anche il nuovo governo. Se lo sport deve essere una impresa che si mantenga da solo, non credo che lo sport professionistico americano che fattura bilioni di dollari sia aiutato dallo stato, come mai allora lo sport professionistico italiano deve avere soldi dallo stato? Credo che questa sia stata la domanda che il nuovo Ministro con delega allo sport si sia fatta e credo che la risposta che si sia data è che lo stato dovrà aiutare ed incentivare lo sport amatoriale ma che quello professionistico dovrà da qui a poco pensare da solo a sé stesso. Aiutare sostenere incentivare lo sport per tutti, sarà un grande risparmio per lo stato, dato che è dimostrato che l’attività fisica fa bene alla salute e tramite l’agonismo abbiamo la possibilità di monitorare con le visite mediche sportive un gran numero di persone che altrimenti si rivolgerebbero alle strutture ospedaliere solo all’insorgere dei sintomi della malattia senza mai poterla prevenire. Ci vorrà un po’ perché le federazioni si adeguino a questa mentalità che credo che farà un gran bene a tutto lo sport amatoriale. Credo che questa filosofia dovrà essere sostenuta con politiche adeguate, ma anche con la creazione di strutture idonee allo sport che da troppi anni sono state lasciate deperire e non idonee alle esigenze attuali. Sport come formazione e sport come professione, questa la linea che dovrà essere ben delineata all’interno delle federazioni, uno che dovrà diventare auto sufficiente da un punto di vista economico, l’altro che dovrà essere sostenuto dallo stato per permettere a più persone possibili di praticare sport. In questa ottica avremo bisogno di un numero crescente di laureati ISEF, di allenatori e preparatori sempre più qualificati perché se i professionisti potranno pagarsi il meglio è giusto che gli amatori abbiano quanto di più professionale ci sia. Da qui il nostro impegno nel frequentare corsi e convegni che ci permettano di offrire ai nostri atleti un supporto non solo tecnico, ma anche psicologico, atletico e dietetico che li possa aiutare a vivere una vita migliore e a realizzare i propri desideri.