Grazie Marco e in bocca al lupo a Jack.
C’è una grande differenza tra i professionisti, i college grandi e quelli piccoli e fondamentalmente la differenza è che mentre nei pro o nei college della Big Ten il coach dopo un lungo scouting sceglie i giocatori più adatti al suo metodo di gioco, nei college piccoli o nelle high school piccole i coach adattano la loro strategia ai giocatori che avranno a disposizione. Questo rende la vita di un coach di piccoli college o piccole high school molto più complessa di un grande coach, in quanto dovranno essere preparati su tanti tipi di strategia proprio perché ignorano fino all’ultimo
, quali saranno le caratteristiche dei giocatori che alleneranno ogni anno. Se sono fortunati avranno a disposizione più o meno lo stesso gruppo di giocatori per quattro anni, poi inevitabilmente questi lasceranno la scuola o il college e loro dovranno iniziare un nuovo ciclo, con la soddisfazione di aver visto crescere i loro giocatori, la stragrande maggioranza dei quali, una volta finito il college si limiterà a guardare le partite o al massimo, a finanziare il programma di football della scuola che gli ha permesso di crescere attraverso il football. Noi in Italia siamo un po’ come le piccole scuole, che ogni anno non sappiamo quali nuovi giocatori verranno e quali dei vecchi giocatori, torneranno a giocare. Normalmente la certezza si ha su alcuni ruoli, centro, qb, middle linbacker e qualche altro che avendo capito appieno l’importanza di giocare a football e potendo permettersi per tipologia di lavoro, di potersi allenare con costanza, danno regolarmente la loro disponibilità fino a quando non vedono limitata la loro prestazione per età anagrafica. Per questo quando un quarterback o comunque un uomo chiave di una particolare strategia di gioco decide di smettere di giocare, si dice che termina un ciclo. Questo è quello che è avvenuto quest’anno ai Rams quando per motivi personali Marco ci ha comunicato che non avrebbe più guidato l’attacco in questa stagione. Sei campionati, quattro finali FIF, di cui due vinte, due play off raggiunti nei due campionati FIDAF, una presenza costante agli allenamenti, aver conquistato l’entrata: nella Green Elite ed aver vinto il premio Rich Cannon quale miglior giocatore, che gli ha permesso di venire alla convention AFCA in USA, Marco ha deciso che si renderà utile alla società in
maniera diversa da quella di giocatore. A lui va il nostro ringraziamento incondizionato per quanto fatto e vorrà ancora fare pe noi. Da settembre in cabina di regia è salito Giacomo, che ha già seguito la squadra per tutto l’anno scorso anche se per motivi anagrafici non ha mai potuto scendere in campo e nemmeno essere messo a roster in quanto minore di diciassette anni, cosa che non gli ha però impedito di allenarsi duramente per tutta la scorsa stagione. Dato l’inizio precoce del campionato Jack non avrà neanche il tempo di provare il suo ruolo in una amichevole preseason, e inizierà la sua carriera proprio contro una delle due fortissime favorite a vincere il nostro girone, sicuro però di poter contare sul sostegno dei suoi compagni di squadra e spero anche di tutti i n
ostri tifosi ed ex giocatori, che accoglieranno ogni suo eventuale errore, come quello di un suo compagno, come un importante momento di crescita. La sua maturazione passa inevitabilmente dai suoi risultati scolastici che già sono migliorati anche se non ancora all’altezza di un quarterback dei Rams. Siamo sicuri che il suo impegno riuscirà presto a dargli grandi soddisfazioni anche nella scuola e noi non possiamo che assicurargli il nostro sostegno al suo impegno. Solo domenica 11 febbraio ci comunicherà con quale numero vorrà giocare e vi consiglio di tenerlo d’occhio quel numero, perché non sarà un numero qualsiasi: sarà quello del quarterback dei Rams.