Per gli ex giocatori e/o appassionati

Non un posto privilegiato per vedere la partita, ma una responsabilità che solo persone di carattere possono sostenere. Questa la riflessione maturata dopo aver incontrato il capo degli arbitri americani della NFL: Red Cashion. Lui poteva fare il professionista, giocava nella squadra del college ed era già seguito dagli scout,  capì che giocare era per lui troppo semplice doveva fare qualcosa di più grande, doveva diventare il

giocatore più importante in campo: l’arbitro. Mi disse che presa questa decisione sapeva che non gli sarebbe bastato fare uno degli arbitri, era un vincente, uno che voleva migliorarsi ogni giorno e così si impegnò a fondo per diventare il capo degli arbitri e ci riuscì. Fu un onore conoscerlo la sua passione mi fece capire quanto amore per questo sport avesse dovuto avere per rinunciare ad una carriera da giocatore professionista, per cominciare quella di arbitro sui campi delle high school texane. Una persona incredibile con un carattere fantastico. Arbitrò da capo arbitro sia il ventesimo che il trentesimo Superbowl prima di diventare il supervisore degli arbitri della NFL. Chiunque lo abbia incontrato si ricorderà di lui per sempre, dicono negli USA di lui. All’inizio del XX Super Bowl nel gennaio 1986, che vide affrontarsi i Chicago Bears contro i New England Patriots, dove Cashion era il capo arbitro, si accorse di essersi posizionato nella parte sbagliata del campo, vale a dire a fianco del calciatore al posto che dalla parte opposta. Il Kicker era Tony Franklin che Cashion conosceva bene, allora, racconta lui stesso gli chiese di parlare con lui a lungo così da far sembrare la sua errata posizione una scelta per il colloquio e non uno svarione, poi come se niente fosse, e senza nessun imbarazzo, attraverso il campo in

mondo visione per andare a posizionarsi nella giusta parte del campo. Come non rimanere affascinati da un uomo del genere. Malgrado il suo ruolo accettò di venire a conoscermi a Dallas durante la convention dell’AFCA, lui abitava fuori città, accompagnato dalla splendida moglie, grande tifosa dei Cowboys,  sebbene quel giorno fosse uno dei pochi in cui nevicò in Texas, lui arrivò puntuale. Prima ancora di parlargli dal rispetto che gli tributavano i numerosi coach presenti capii che stavo per conoscere una persona speciale ed io mi auguro che un giorno non lontano qualcuno potrò dire lo stesso incontrando uno dei nostri arbitri, magari un arbitro  donna. Noi italiani in questo siamo fantastici, quando decidiamo di fare una cosa se vogliamo risultiamo sempre i migliori. Oggi negli USA hanno fatto molti articoli per la prima donna approdata in NFL, mentre  noi già ai nostri primi corsi arbitri nei lontani anni ’80 avevamo bravi e capaci arbitri di sesso femminile, in quanto avevamo capito prima degli altri, che una donna capace avrebbe azzittito anche gli stupidi che avrebbero potuto insultare con scontati luoghi comuni, e così fu. A breve partirà a Milano un nuovo corso per arbitri ed io sono sicuro che tanti vorranno provare questa nuova esperienza, alcuni mi hanno già chiamato, ma sono sicuro che altri vorranno tornare a provare l’adrenalina che sale fin dal pre partita, e vorranno contribuire con il loro impegno, a permettere a tanti altri ragazzi di poter giocare a questo sport fantastico, insegnando anche ad altri sport che l’arbitro non è mai un avversario, ma un prezioso alleato dei giocatori. Spero che anche in  altre squadre si informi gli appassionati ed ex giocatori di questa possibilità e se volete utilizzate questo articolo per farglielo sapere, sarà per noi solo un piacere.