Dal bersaglio all’obbiettivo.
Si sente spesso parlare di meditazione in questi ultimi anni, un giorno si e l’altro pure, escono articoli più o meno scientifici che ci raccontano i vari miracoli praticati dal mindfulness di cui in molti si appropriano. Ecco spiegato il motivo del nostro interesse a partecipare ad un work shop tenuto da persone altamente qualificate che affrontavano l’argomento da vari punti di vista e suffragandolo con diversi lavori scientifici: Scienza e meditazione il suo titolo. Vi cito solo alcuni tra i relatori accreditati: Davide Anchisi del dipartimento di Scienze e medicine biologiche, Università di Udine, Luisa Bernardinelli del dipartimento di scienze del sistema nervoso e del comportamento, Università di Pavia, Giuseppe Pagnoni del dipartimento di scienze biomediche, metaboliche e neuroscienze università di Modena e Reggio Emilia, Gabriella Bottini del dipartimento del sistema nervoso e del comportamento , Università di Pavia, e tanti altri tra i quali ricordo ancora Niccolò Campriani, plurivincente e medaglia d’oro e di argento ai giochi
olimpici di Londra nel 2012 nella carabina, oltre ad aver conseguito un Bachelor in industrial Engineering alla West Virginia University (2011) ed un Master in Sports Engineering alla Sheffiled Hallam University (UK) nel 2013 e ad aver scritto il libro: “Ricordati di dimenticare la paura. Cosa fa di un atleta un uomo felice” . Non mi soffermerò sui vari aspetti fenomenologici della meditazione, ne sulle varie dimostrazioni e studi fatti per avvalorare la tesi che meditare sia realmente utile anche alla nostra salute fisica e psichica, ma cercherò domani di raccontarvi come Niccolò Campriani ha modificato il suo modo di gareggiare e vivere grazie alla meditazione, cercando di sintetizzarvi quello che lui ci ha raccontato.