Tutto o niente
Ogni volta che la stagione finisce cominci a riflettere su quanta importanza dai a cose che in fondo interessano a pochi. Capita nella vita che quando frequenti un gruppo di persone con i tuoi stessi interessi parli principalmente solo di quelli e ti cresce la convinzione che tutti siano interessati a quello di cui ti occupi. Questo fino a quando, per motivi diversi, non stacchi. Allora ti rendi conto che esiste un mondo che del tuo interesse non gli importa niente, che va avanti ignorando tutto quello di cui tu avevi fatto una ragione di vita fino al giorno prima. O visto biker, golfisti, bridgisti, appassionati di burraco, informatici e la lista potrebbe continuare per molto tempo che quando li estrapoli dall’ambiente in cui vivono abitualmente, e in cui parlano sempre degli stessi argomenti, si sentono estremamente a disagio e dopo qualche tentativo di condurre il discorso verso quella che credono la loro ragione di vita, se tali tentativi si dimostrano inutili tacciono disinteressandosi ad ogni altro argomento. Succede anche ai giocatori ed amanti di football, specie in questi periodi, dove molti sono convinti che tutto il mondo sia interessato a quanti americani potranno giocare, ufficialmente o camuffati, l’anno prossimo in FIDAF, o se la FIF asd esisterà ancora oppure no. Quando poi ci si accorge che al mondo, malgrado qualche trafiletto sul giornale della parrocchia, o qualche pagina a pagamento su giornali più importanti, ignora che esistano questi problemi la delusione è cocente.
In Italia del football americano, specie quello italiano, interessa veramente a poche migliaia di persone che raffrontate alla popolazione sono una parte infinitesimale. Mi è capitato che per i sei anni in cui mi sono dedicato esclusivamente al golf, pur girando molto ed anche in ambienti sportivi, non mi sia mai capitato di parlare o sentir parlare di football americano, seppure avesse rivestito per me un ruolo importante nella mia vita. Tuttavia anche in quei sei anni mi sono accorto di quanto la mia formazione nei Rams influenzasse ed influenzi molte delle mie scelte. Il football ed i Rams mi avevano insegnato tanto, non solo sul campo, ma anche per come muovermi, cosa guardare, mi avevano dato capacità di concentrazione, osservazione, comunicazione. Guardavo il mondo con la stessa attenzione con la quale guardavo le difese avversarie cercando da piccoli particolari di intuirne le mosse. Mi impegnavo nel team di lavoro con la stessa fiducia e dedizione che avevo quando giocavo con nei miei compagni. Riuscivo a valorizzare i punti forti del team
e a trovare strategie per mascherare i punti deboli. Così avevo imparato ad essere leale e a rispettare gli impegni, ad essere puntuale ed attento ai problemi dei miei colleghi o a quelli che da me dipendevano e mi rendevo conto e mi rendo conto quanto il mio aver giocato nei Rams avesse influenzato ed influenzi la mia vita, anche se gli altri ignoravano l’esistenza dei Rams. Solo in un secondo tempo, se apprezzavano il mio modo di essere, attribuivano alla mia squadra ed al mio sport questa formazione. Mi ricordo le lotte con le mie fidanzate di allora quando si ingelosivano ritenendo che attribuissi un ruolo prioritario alla squadra piuttosto che a loro, solo oggi mia moglie riconosce che la mia fedeltà nasce da quella formazione. Il rispetto degli impegni e della squadra di allora porta al rispetto della famiglia oggi. Tutte le tecniche imparate nei tanti allenamenti, grazie anche alle spiegazioni e motivazioni che i vari coach che si sono succeduti ci hanno sempre dato, servono per riuscire in qualsiasi altro sport. I segreti del football, culo basso e peso sulle punte, servono in tutti gli sport ed una volta imparati riuscirete comunque a difendervi in ogni sport. Lo presa un po’ alla larga per spiegarvi che anche ieri sera al Bowling mi è toccato vincere facile. Grazie al culo basso e al peso sulle punte la palla era sempre lasciata quando era a contatto con il terreno, correndo felice verso il centro dei birilli, come una volta la palla da football nel centro delle mani del ricevitore di turno. Fra, viceversa, da buon ricevitore, faticava a lasciare la palla, tante che qualche volta pensavamo che volesse seguirla nella sua corsa. Tato, piantato sulle gambe insisteva che la palla si passa indietro e non si tira in avanti, mentre Alessio non so con quale alchimia riusciva ad intimidire i birilli, come fa con i giocatori, i quali cadevano perfino prima che la palla li colpisse. Lorenzo e Mary, finalmente liberi dalle loro macchine fotografiche alternavano performance incredibili a tiri pietosi, convinti di poter correggere i secondi con foto shop. Andrea, dimostrando di aver imparato la lezione del Superbowl usciva nel finale con tre strike consecutivi. Reda dopo una esibizione a porte chiuse ci ha dovuto lasciare chiamato dal lavoro. Una piacevole serata dove non si è parlato di football ma ci si è divertiti lo stesso tra compagni di squadra. Settimana prossima si replica.