Rams Around the World – Un Rams tra i tulipani
Forse avrete letto qualcosa di me in un paio degli articoli di Big Ram ma per chi non sapesse chi sono mi chiamo Guido Sicuro, ho 23 anni , al momento vivo in Olanda per motivi di lavoro e ho la fortuna di potermi considerare un Rams da quasi 5 anni.
Scrivo questo articolo per testimoniare come la “filosofia” rams per me sia in realta’ diventata un qualcosa di molto piu’ concreto, un vero e proprio stile di vita. Come dicevo prima, circa 5 anni fa ho fatto il mio primo ingresso nello spogliatoio Offence dei Rams Milano e la verita’ e’ che quello spogliatoio non l’ho mai piu’ lasciato, nemmeno oggi che sono a migliaia di chilomentri di distanza. Ancora oggi, dopo due anni dalla mia partenza, sento la mancanza del paraspalle e casco al martedi e giovedi sera, mi sembra ancora di sentire le lezioni di vita e gioco di Big Ram, sento spesso e volentieri i miei compagni e sopratutto mi sento un Rams al 100%. In fondo e’ molto semplice, una volta entrati a far parte del mondo Rams e’ impossibile farne a meno. Insomma la maglia bianco verde con il 29 sulle spalle e rams sul davanti e’ ancora la mia maglia preferita e anche se per ora non potrò indossarla sul campo spero che un giorno potrò tornare a farlo e sopratutto spero che potrò aiutare la mia squadra in questo momento anche se cosi distante.
Tutto questo può sembrare esagerato o strano per chi non ne fa parte, ma bisogna capire quanto profondamente la vita di noi Rams sia stata toccata e incisa da questa squadra. Lavorativamente e nella vita personale sono molto orgoglioso dei traguardi raggiunti negli ultimi due anni e, anche se ovviamente ci ho messo del mio, vi posso garantire che non sarebbe stato tutto possibile se non fosse stato per ciò che ho imparato con i Rams. C’e’ un aneddoto particolare che mi ricordo e che racchiude perfettamente ciò che sto dicendo. In qualsiasi colloquio o chiacchierata di lavoro che io abbia sostenuto si è parlato anche della mia esperienza nei Rams e, in particolare, ricordo che ad un colloquio mi fu detto con tono ironico “giocavi a football americano, spero tu non affronti i problemi cercando di sfondarli con la testa”. Ovviamente la mia risposta fu che la testa nei Rams ho imparato a usarla nel modo giusto. Spiegai che nei Rams ho imparato a non aspettare che la vita e i problemi mi colpiscano, ma che nella vita e nel gioco bisogna sempre agire e affrontare I problemi. Questo modo di vivere e pensare non si limita ad una risposta in un colloquio, giusto 4 mesi fa sono stato promosso a Team Lead e gestisco un team globale, nonostante sia molto piu’ giovane delle persone che fanno parte di questo team. E’ arrivata una promozione dopo 6 mesi in una nuova compagnia, non lo dico per auto celebrarmi, lo dico perché questo è un risultato chiaramente dovuto anche a ciò che ho imparato nei Rams. Quando sono arrivato nella mia attuale compagnia nulla funzionava, processi inesistenti, comunicazione confusionale, priorità non chiare ecc… Ebbene non sono stato a guardare e non mi sono limitato ad adattarmi alla nuova realtà, ho fatto quello che ho visto Big fare, chiederci e spiegarci per anni. Ho iniziato a cambiare io stesso le cose, sempre nella mente tutte le volte che noi Rams rappresentati da Big ci siamo battuti e abbiamo denunciato le problematiche nel mondo del football e non solo. Come potete leggere nel decalogo Rams, citando un generale degli USA, “se vuoi cambiare il mondo comincia rifacendo il letto tutte le mattine”. Non ho mai pestato i piedi a nessuno ne ho violato nessuna regola, ho sempre seguito le regole ma ho semplicemente cercato di fare la mia parte per migliorare le cose, e questo è uno dei tanti aspetti che ti porti dentro quando davvero abbracci la filosofia di questa società e squadra. Quando ho ricevuto questo incarico mi sono stati fatti i complimenti per la mia leadership e per come stessi dando l’esempio, ebbene non ho fatto nulla di diverso di quando con alcuni compagni ci presentavamo al campo prima per allenarci e migliorarci, non ho fatto nulla di più del chiedermi “dove ho e dove abbiamo sbagliato?”.
In tutto questo l’unico rimpianto che ho è il non aver dato la notizia di questo traguardo a Paolo. So quanto ci tenesse e so che non potrò mai rimediare. So anche che però lui c’è e so anche che questa è stata la sua ultima lezione a tutti noi. Tutto quello che stiamo vivendo dovrebbe insegnarci a non dare nulla per scontato e soprattutto dovrebbe farci tutti chiedere “dove abbiamo sbagliato?”.
Spero solo un giorno di poter a lottare per quella yard sul campo, con i miei compagni e con la giusta divisa, non una camicia.
Guido Sicuro #29