Un Rams alla volta: Salvatore “Tato” Ruggiero #75 – Parte 1

Ciao Tato, torniamo a intervistare un Coach, un ex atleta Rams, grazie di essere qui con noi.

Quando hai iniziato ad interessarti al FA e in quali team hai militato prima di approdare nei Rams Milano?

Avevo 15 anni, nel 1990, e sul canale tv sportivo Koper (e poi successivamente su TELE+2) venivano trasmesse le partite della NFL. Cominciai a seguirle cercando di capire quello sport complicato e spettacolare. Posso anche darti il momento preciso in cui mi sono definitivamente innamorato del football americano e ho scelto per quale squadra fare il tifo nella NFL: Bengals@Raiders del 16/12/1990. La prima partita dei Raiders che ho visto, a un certo punto i Raiders partono dalla linea delle loro 8 yds. Una corsa da parte di Bo Jackson che viene fermato a sole 3 yds dalla endzone (88 yds per la statistica, più di 100 di corsa in realtà. link: https://youtu.be/pKRH55awau4?t=384). Un’azione nemmeno conclusa in TD è stato quello che mi ha fatto pensare: è il mio sport. 

Pensa che allora il pensiero di poter giocare davvero a football americano era inconcepibile: oltre a essere poco diffuso in generale, il football in Italia era quasi esclusiva del nord e praticamente esisteva solo nelle grandi città. Poche settimane dopo, invece, comparvero anche nella mia città manifesti di reclutamento dei Kings di Napoli, squadra minore in rifondazione che aveva trovato temporaneamente uno sponsor in provincia di Caserta con annesse le strutture per allenarsi. Incredibile, non avevo ancora visto i manifesti ed ero già tesserato: avevo 15 anni, 1h di autobus tra andata e ritorno per tre sere alla settimana. Eravamo un centinaio: una 60ina della prima squadra e gli altri un gruppone di ragazzini tra i 14 e i 20 anni che non avevano mai giocato. In sei mesi di atletica, drills, sedute di tattica avrò vestito casco e paraspalle 4 o 5 volte, mai in partita, alternandomi tra i ruoli di tackle destro e tight end. Alla fine della stagione i Kings cessarono di esistere e rimisi da parte le mie aspirazioni, c’era qualche squadra a Napoli ma sarebbe stato logisticamente proibitivo.

L’occasione si ripresentò nel 1994, quando alcuni degli ex rookie dei Kings, miei compagni di allenamento, fondarono i Royal Dodgers Caserta (maglia verde come quella che avrei indossato molti anni dopo nei Rams). Dal 1995 presi ad allenarmi con loro: si giocava nella Winter League, campionato di football a 8 giocatori. Sempre alternandomi tra tackle destro (ai tempi l’esterno di linea a tre lo chiamavamo tackle e non guardia come adesso) e tight end anche se non ho mai eseguito una traccia in partita, anche da tight end facevo il tackle aggiuntivo, sono stato tesserato con loro due campionati: il primo ero ancora troppo acerbo per giocare, ho poi giocato una quindicina di partite/scrimmage tra amichevoli e tornei preparatori. Nel secondo campionato sarei dovuto essere starter ma prima uno strappo muscolare subito in allenamento e poi un problema serio alla schiena, in seguito risolto, mi hanno praticamente quasi impedito di giocare e convinto a rinunciare al football americano. A soli 21 anni la mia carriera era finita in pratica ancor prima di iniziare. 

Come ti sei avvicinato ai Rams e perché hai deciso di continuare con loro il tuo percorso prima di atleta e ora di coach?

Nel 2000 mi sono trasferito per lavoro a Milano, che è rapidamente diventata la mia città. Nel frattempo forse anche un po’ per la delusione di non poter giocare avevo perso interesse nel football americano anche da spettatore e ormai mi limitavo a guardare il Superbowl NFL e poco altro. Quando ho cominciato a lavorare in Sky mi sono ritrovato immerso nello sport in TV e si è riaccesa la passione, fino a quando nel 2009, alla tenera di età di 34 anni, decisi che era il caso di riprovarci: cercai su internet, come hanno raccontato gli altri, di squadre attive a Milano e mandai richieste di informazioni più o meno a tutti. L’unico dirigente a rispondermi fu Big Ram, che mi mandò il suo numero di telefono. Lo chiamai e mi disse di andare al campo il giorno dopo: era il mese di febbraio del 2010: sono entrato sul campo e non ne sono più uscito. Non so dirti cosa in particolare mi abbia convinto a scegliere i Rams quella sera di febbraio, ma ho sentito praticamente subito che sarebbe stata la scelta migliore. Sono stato un tackle da rookie, poi una guardia, poi il centro, adesso coach della offensive line. Sono passato attraverso stagioni a 0 vittorie, finali vinte e perse, partite di playoff da giocatore e da assistente coach. I Rams sono stati per 10 anni parte integrante della mia vita, dentro e fuori dal campo. E non ho alcun dubbio che continueranno a esserlo, qualunque sarà il mio ruolo, ufficiale o meno, in futuro.