Psicologia nel modello Rams: cosa ti puoi aspettare?

È il mio quinto anno nei Rams. Sono arrivato che ero abbastanza inesperto o almeno credevo di esserlo. Tuttavia non c’è niente di meglio che mettersi alla prova per capire se sei fatto per la partita. Così è andata e ora posso dire senza ombra di dubbio di sentirmi lo psicologo dello sport dei Rams. Che cosa vuol dire esserlo? In primo luogo fare i conti con Big, persona di così forte personalità ed esperienza da obbligarti, facendo i conti con lui, a fare i conti con te stesso. Ci siamo conosciuti, piaciuti, scontrati, e poi ripiaciuti forse proprio per esserci scontrati. Ne’ più ne’ meno di quello che accade sul campo. Alla fine abbiamo capito insieme, da psicologi quali entrambi siamo, con le nostre diversità e anche con le nostre affinità, che cosa poteva fare l’uno e che cosa poteva fare l’altro. Quindi Big, oltre ad occuparsi di tutto praticamente: gestire la squadra, cioè gli aspetti amministrativi, burocratici, organizzativi e tecnici, dal punto di vista psicologico si occupa del gruppo. Si occupa cioè di contribuire a crearlo, e di sviluppare una mentalità di squadra. Un lavoro che parte a settembre e finisce con l’ultima partita della stagione per riprendere poi l’anno successivo. Dato il suo ruolo e la sua presenza costante, ha in mano il polso della situazione sia per quanto riguarda i singoli che per il gruppo. Molto interessato alle tecniche di rilassamento, di pnl (programmazione neuro linguistica) e di coaching, cerca di utilizzare queste sue conoscenze per portare un beneficio alla squadra. Proporrà quindi esperienze di questo tipo. Io invece mi trovo meglio nel confronto individuale con le persone. Professionalmente faccio lo psicoterapeuta ormai da più di vent’anni ed ho lavorato anche in ambiti aziendali e con enti formativi. Ho quindi una visione che non è puramente clinica ma anzi molto legata agli obiettivi. Quindi per i Rams, forte di tutta questa esperienza, mi metto a disposizione per cercare di far stare al meglio tutte le persone che mi chiedono una mano. Sul campo non mi farò vedere molto e so che può essere un limite. So che un altro limite può essere il pregiudizio o l’ignoranza (il non sapere) certamente legittima, rispetto al ruolo dello psicologo. Se ne sentono di tutti i colori, ognuno ha una sua opinione personale, qualcuno pensa che non riuscire a farcela da solo sia da sfigati o da anormali, tuttavia la grandezza di far parte di una squadra è soprattutto sapere di poter contare sugli altri in caso di bisogno. Ed è per questo che sono qua. La vita al giorno d’oggi non è per niente semplice, per tutti. Avete quindi l’opportunità, se ne sentite il bisogno, di potervi far aiutare per raggiungere gli obiettivi che volete raggiungere. Che sia un obiettivo di performance, che sia un timore di farsi male o di ricadere in un infortunio, che sia un’ansia o uno stress di cui non si riesce a capire l’origine, che sia la morosa che ci tira matti… Insomma di tutto questo si può parlare. A Milano ci sono il martedì e quando riesco passerò sul campo.

Dott. Marco Ghezzi