Il football americano è uno sport violento?
Basta! Non esistono sport violenti. La parola sport è per sua natura in opposizione al concetto di violenza. Esistono, allora, sport di contatto in cui la possibilità di infortunio però può essere più frequente? No, in uno sport di contatto da chiunque praticato, prima di poterlo giocare si dovrebbe essere adeguatamente istruiti su come attaccare e come difendersi in un impatto, proprio per ricondurre lo sport al suo significato di gioco regolamentato e strutturato, ed è proprio il rispetto delle regole e l’apprendimento della tecnica che fa sì che ogni gioco rimanga tale. La violenza è proprio qualcosa che è al di fuori dello sport. Alcuni esasperando il concetto di vincere utilizzano la violenza, ma è una distorsione di quello che lo sport insegna: l’educazione, il rispetto, la disciplina. Per cui non preoccupatevi di che sport si pratichi ma fate bene attenzione a chi lo insegna. Inoltre non bisogna confondere lo sport con il professionismo sportivo dove interessi economici esagerati, spesso, snaturano quelli che sono i valori fondanti dello sport. La famosa frase che disse Vince Lombardi, forse il più grande coach dei professionisti: “Il football non è uno sport di contatto è uno sport di collisione” è molto folcloristica, ma poco corrispondente alla realtà dello sport. Il football, la boxe, il judo, il rugby e tanti altri sport sono dunque considerati a torto violenti, quasi sempre da chi questi sport non gli ha mai né praticati né mai ne ha approfonditi i regolamenti. Non ci sono sport violenti, ci sono allenatori non adeguati al delicato compito loro assegnato. Lo sport qualunque esso sia è formativo proprio perché insegna a combatterla la violenza. Per allenare non serve e/o non basta aver giocato, per allenare serve aver approfondito molte tematiche, tra le quali la prevenzione, la psicologia, la comunicazione, i regolamenti ed essere consapevoli di rivestire un ruolo fondamentale nella formazione di molti ragazzi che ad essi vengono affidati. Bene dunque fa il CONI a pretendere che gli allenatori frequentino corsi adeguati al loro livello di insegnamento, meglio farebbe la nostra Federazione a limitare al minimo i costi, almeno per gli aggiornamenti.