Il rilancio dell’Italian Bowl

Non sarà un altro anno di crescita il prossimo, anzi dalle prime impressioni ci sarà una diminuzione delle iscrizioni ai campionati di tutte le categorie. La cosa non dovrebbe allarmarci più di tanto per diversi motivi. Spesso sulle ali dell’entusiasmo alcuni pensano che amministrare una società sia cosa facile, fondarla poi, basta aprire una pagina facebook, disegnare un logo accattivante, farsi un selfie in dieci magari con delle magliette uguali ed è fatta, o così si crede. Invece subito dopo cominciano i problemi: il reperimento del campo, il recruiting dei giocatori,  ci si accorge poi che quello che sembrava sapere tutto non è poi così preparato e forse occorre un coach, o meglio due o tre. Poi occorre andare ad aprire la società e li i soldi che sembravano tanti e bastare per tutto, cominciamo a mancare ed anche i giocatori che

dapprima avevano dato la loro adesione decidono che è meglio andare a bere delle birre che pagare delle quote. Qualcuno riesce ad andare avanti ma sempre con una spada di Damocle sulla testa.  Se riesce ad andare in campo ed a scontrarsi con realtà collaudate, con organizzazioni efficienti si pone davanti ad altri problemi che portano ad una scelta: prepararsi per un progetto almeno triennale o chiudere. Questo è sempre successo e sempre succederà. Ora internet ha amplificato questa tendenza, per questo non dove demoralizzarci se quest’anno le squadre non cresceranno. In questa ottica ottima ci sembra la scelta federale di organizzare corsi per dirigente proprio per aiutare e sostenere con strumenti appropriati le società che hanno fatto la seconda delle scelte. Da sempre sosteniamo che la sopravvivenza del nostro sport dipende dal contenimento dei costi da una parte e nella sua diffusione dall’altra. In questa direzione  ci sembra che vada  la nuova politica sugli arbitri che dovrebbe, entro l’anno prossimo, riuscire a limitare i costi delle trasferte degli arbitri formando arbitri in ogni città dove esistono squadre, e a questo proposito ci piacerebbe che tra i requisiti per accettare una squadra nuova in un qualksiasi campionato, ci fosse proprio quello di iscrivere due persone al corso arbitri. Altro grande aiuto sarebbe quello di riuscire a contenere la durata del campionato di terza divisione facendo si che cominci a marzo e finisca ai primi di giugno. Questo avrebbe il grande vantaggio di abbassare notevolmente i costi di affitto dei campi, consentendo a molti ragazzi impegnati con la scuola e /o l’università di non dover fare delle scelte sofferte tra i due impegni, riporterebbe il football alla sua vera dimensione di permettere a tutti i giocatori a roster di trovare il loro spazio, in quanto giocando praticamente ad ogni week end il turnover sarebbe non solo auspicabile ma quasi obbligatorio dando un senso a roster adeguati ed  all’impegno che questo sport vuole. Infine tornerebbe a dare dignità all’Italian Bowl. Felici per il  lusinghiero

successo della tre giorni di finali a Milano al Vigorelli di tre anni fa, ci siamo illusi di esser tornati ai tempi d’oro. Una più corretta analisi ci avrebbe fatto capire come bene o male, Milano e zone limitrofe, è il centro del football per nascita e numero di squadre e praticanti, che in quell’anno ci fu l’expo, che a Milano la comunità americana è abbastanza numerosa e in concomitanza  con le finali csi celebrava  il 4 luglio festa americana, tant’è che tale successo di numeri non fu più ripetuto. Si provò la strada del mare con scarsi risultati, si è provata Vicenza per la vicinanza con le basi americane, ignorando che le stesse proibiscono ai propri abitanti di trovarsi in gruppi numerosi al di fuori della base per non fornire facili bersagli per il terrorismo. Noi riteniamo che la strada sia un’altra, quella che portò numeri importanti negli anni 80, vale a dire che i primi tifosi ed appassionati di football a cui permettere di assistere alla finale, siano i nostri tesserati e che se gli permettiamo di seguire i play off della IFL saranno i primi a riempire gli spalti dell’Italian Bowl. Questo riteniamo sia un altro valido motivo per far terminare il campionato italiano a nove giocatori entro i primi di giugno, magari in occasione del   2 giugno  festa della Repubblica, e poco dopo la seconda divisione. Tutti quei giocatori finito il loro campionato non mancheranno di andare a vedere come giocano le migliori squadre italiane e finalmente l’Italian Bowl tornerà ad essere la festa di tutto il football italiano che si riconosce nelle sue due regine. Ovviamente in una location facile da raggiungere, ben servita e con prezzi dei biglietti accessibili a tutti, magari affidando la prevendita a tutte le società della federazione, magari in città come Bologna o Firenze, fino a quando il Vigorelli non sarà pronto. Il rilancio del nostro football passa anche dal rilancio dell’Italian Bowl  ma bisogna fare in modo che le società degli altri campionati non arrivino stremate dal proprio  e che l’impegno sia solo per la partita e che si possa assolvere in giornata. E’ una idea ma credo abbastanza fondata riflettiamoci e ragioniamo non su cosa ci conviene ma su cosa conviene per il nostro sport. Nulla vieterebbe poi  alle altre squadre che volessero ancora giocare di fare amichevoli o tornei.