La Lettera di J.J. WATT ai tifosi…
Dopo un lungo periodo di silenzio, J.J. Watt ha voluto scrivere una lettera per raccontarci le sue emozioni nel momento più difficile della sua carriera. La parole scritte da questo ragazzone del Wisconsin sono una roba talmente forte che ci hanno fatto venire la pelle d’oca.“…Stavo per arrivare all’aeroporto di Waukesha, sull’aereo avevano montato un letto apposta per me, infatti dopo l’intervento non potevo nemmeno stare seduto. All’aeroporto mi stava aspettando il marito della mia ex insegnante, mi ha portato lui a casa, perché non potevo guidare. In quel momento, ho visto delle foglie cadere sull’asfalto della mia città ed ho provato molta nostalgia di casa, così ho ripensato a tutti i miei infortuni. Una mano rotta, un’infezione da stafilococco, due strappi addominali, tre strappi agli adduttori e due ernie del disco, tutto questo solo nel 2015. Credeteci o meno, ma ve l’assicuro, la cosa che mi ha spaventato di più è stato lo stafilococco; ho visto dei bubboni sulla mia gamba, il mio allenatore si era talmente spaventato che mi ha ordinato di andare di corsa all’ospedale. Al pronto soccorso mi hanno somministrato l’antibiotico più potente che avevano. Uscito dall’ospedale, sono andato direttamente all’aeroporto. Appena siamo atterrati a Jacksonville per la partita mi hanno dato un’altra dose di antibiotico. Mi hanno fatto scendere in campo nonostante la mia condizione non fosse ottimale, ma abbiamo vinto. Dopo la partita sono collassato sul lettino, gli allenatori mi hanno trascinato e si chiedevano se ero ancora vivo. Ho spiegato il mio problema e i medici hanno detto che avrei potuto perdere la gamba. Nella NFL tutti i giocatori hanno dei problemi fisici, dunque io stavo facendo solo il mio dovere. Comunque siamo arrivati ai Playoff vincendo la Division, ma a stagione finita il mio fisico era a pezzi. A gennaio mi hanno operato all’addome e agli adduttori; poi a luglio mi sono operato alla schiena per un’ernia del disco. A settembre, dopo solo 3 partite dall’inizio della stagione, mi sono sottoposto di nuovo alla stessa operazione. Ma il mio corpo, dopo che avevo fatto di tutto per tornare il prima possibile, mi diceva “Bel tentativo inutile!”. Alcuni hanno pensato che fossi finito, così ho chiesto a me stesso: “Sono finito davvero?”. Non mi sono mai sottoposto ad un intervento così grave, così nella mia testa ha cominciato a navigare la parola ritiro. Ho passato 2 mesi in Wisconsin, a casa, lontano da tutto: niente football, niente social, isolamento totale. Ho cominciato a giocare a 10 anni con i Pewaukee Pirates, guardavo spesso i Packers di Brett Favre e Reggie White, ma il mio obiettivo non era diventare come loro, volevo solo diventare il Quarterback titolare dei Pewaukee Pirates, nulla di più. Sono tornato su quel campo a vedere la mia squadra giocare ed è stata un’emozione unica; non è come entrare in un grande stadio, ma per me questo posto ha qualcosa di speciale. A 27 anni, (17 anni dopo) ho vinto 3 premi come ‘Defensive Player of the Year’, firmato un contratto milionario, ho girato il mondo, cenato con presidenti, recitato in pubblicità; ho realizzato cose che pensavo fossero impossibili per un ragazzo che viene da una piccola città come la mia. Andando in giro ho visto dei ragazzini giocare, uno di loro aveva la mia maglietta con il numero 99, un altro le scarpe con il mio logo sopra. In quel momento ho realizzato che non mi importa dei soldi, dei premi, della gente che parla di me; nulla di questo ha modificato l’amore che ho per il football, la mia vera ragione di vita da quando ho 10 anni. Non fraintendetemi, queste cose sono grandiose, ma non sono ciò che voglio. Quello che voglio è la consapevolezza di aver dato tutto, come quando esci dal Training Camp esausto dopo due giorni di allenamento ad agosto; come quando finisci gli allenamenti alle 6 del mattino e combatti per rimanere sveglio a lezione; come quando ti siedi con i tuoi compagni dopo una partita praticamente inerme.Tutto questo è quello che adesso mi manca davv
ero. Sì, ho attraversato dei periodi bui, il mio corpo ha avuto dei dolori che la gente nemmeno si immagina, ma ho capito che una vita senza problemi o spesa a metà sarebbe noiosa.
Allora sono davvero finito?
Diavolo, no, ho appena cominciato!
Il ragazzo che era in me è tornato…”
Justin James Watt