Sport come formazione e sport come professione
Credo che molti dei problemi nello sport nascano dal non avere ben chiaro questa distinzione fondamentale tra formazione e professione e dal mescolare queste due tipologie di approccio e sviluppo di un progetto nello sport. Se ritengo che lo sport sia o debba diventare la mia professione è normale che per questa io pretenda di essere retribuito, e mi impegni, in tempo, quanto un qualsiasi lavoratore, per raggiungere il massimo delle prestazioni possibili. In teoria dovrei essere pagato in base alla resa e nessun discorso sul mio attaccamento alla maglia o passione dovrebbe essere fatto. Sono un lavoratore che va dove ritiene più opportuno per il proprio tornaconto. Diverso è l’approccio di chi ritiene di potersi migliorare attraverso lo sport senza però trascurare quella che un giorno dovrà essere la propria occupazione e la propria vita. In questo caso lo sport dovrà essere complementare al suo percorso formativo che si svilupperà attraverso lo studio e la preparazione. In un paese civile questo percorso dovrebbe essere gratuito e gestito da persone capaci e soprattutto preparate. Accettata questa distinzione, viene anche facile capire come debbano per forza di cose sussistere obbiettivi diversi. Nello sport inteso come business l’importante è guadagnare se per farlo bisogna vincere l’importante è vincere, se per farlo bisogna doparsi, è uno dei motivi per cui si viene pagati tanto, sta a noi accettarlo o no, anche se sta alla società cercare di impedirlo per tutelare la salute di tutti. Logica aberrante ma che t
utti accettano anche se ipocritamente fanno finta di combatterla. Nello sport inteso come formazione ci si devono porre obbiettivi diversi, in quanto tutti devono poter competere e dato che normalmente vince uno solo o una sola squadra, non si può impegnarsi perché uno vinca e tutti gli altri perdano. Nasce allora la necessità di fissare bene quali dovranno essere gli obbiettivi formativi che ci prefiggiamo nel corso della nostra esperienza sportiva. Lealtà, condivisione, impegno, puntualità, rispetto, concentrazione e cosi via attraverso il miglioramento di questi, otterremo sicuramente prestazioni sportive migliori, ma otterremo anche e soprattutto rendimenti scolastici e lavorativi migliori. Lo sport ha un grande vantaggio, che riesce ad ottenere ciò attravers
o il gioco, che dovrebbe essere divertimento e attraverso di lui è sicuramente più facile insegnare. Quando corriamo, solleviamo un peso, pratichiamo un esercizio e lo facciamo oltre quello che credevamo il nostro limite, la soddisfazione di avercela fatta o anche semplicemente di averci provato è il nostro divertimento. Lo è anche il collaborare con un nostro compagno per aiutarlo a farcela e tante altre situazioni che lo sport dilettantistico ci permette di vivere. Diverso è la professione dove alla soddisfazione si deve aggiungere il premio partita ed altri incentivi, perché la soddisfazione da sola non basta. La vittoria per un professionista sta nell’ottenere un contratto vantaggioso, per un dilettante una squadra con cui cercare insieme di migliorarsi. Niente di male nello scegliere lo sport come professione, ma non confondiamolo con la sport come formazione che ha obbiettivi e logiche diverse, per questo siamo molto orgogliosi di aver vinto il 33° Superbowl quest’anno, ma lo siamo ugualmente per i successi scolastici dei nostri maturandi e dei nostri laureandi, ai quali siamo convinti aver dato una grossa mano proprio attraverso la formazione data in squadra.