Proviamo a rifletterci.
In questi giorni i giornali sportivi continuano a proporci sfide calcistiche con titoli cubitali, mentre i giornali impegnati ed i telegiornali relegano in spazi ristretti la protesta di un milione di persone che pur amando il calcio non possono tollerare lo spreco di milioni di euro per costruire stadi che saranno utilizzati per soli quindici giorni, mentre in Brasile mancano scuole, ospedali ed infrastrutture che dovrebbero essere utilizzati sempre. Furono gli antichi romani ad inventare “panem et circenses” ma certamente non si limitarono ai soli giochi, al primo posto misero panem. Ora io mi chiedo è giusto che nessuno dei nostri politici, nessuna delle menti illuminate da stelle più o meno numerosi ritenga immorale tutto ciò? Abbiamo già visto quanto la Grecia stia pagando le spese ed i debiti contratti per l’adeguamento delle infrastrutture per le Olimpiadi, vogliamo assecondare lo stesso scempio in Brasile? Quello che ci stanno spacciando per sport è di fatto un mezzo di lotta politica e di diseducazione della popolazione. Pensiamo alle norme contro il razzismo, non è razzismo la norma stessa? Se uno urlasse “italiano di
merda” in uno stadio inglese, o tedesco, o se urlassero italiani mafiosi, sospenderebbero la partita? Non sarebbe più giusto battersi per un tifo ESCLUSIVAMENTE positivo? Non sarebbe più giusto insegnare queste cose nelle scuole, in modo da prevenire comportamenti incivili anziché fingere di utilizzare gli stadi per fare ciò? Si può pensare di riportare i valori nelle loro giuste dimensioni? Perché non fare come negli USA dove gli stadi in cui giocano i Pro sono principalmente stadi utilizzati dalle università , nelle quali giocano i loro studenti, che vanno allo stadio con bande e majorettes cercando di insegnare a divertirsi a tutti, e non solo ai giocatori, senza insultare nessuno. Perché non cominciare a capire che lo sport professionistico sarà sempre più un fenomeno televisivo e gli stadi dovrebbero essere al massimo per quarantamila persone, facili da controllare con grandi risparmi sia per la loro costruzione che per la loro sicurezza. Si scelga un posto, che so in Australia preposto ad ospitare tutte le competizioni sportive, si costruisca la un villaggio olimpico e stadi grandi con il contributo di tutte le nazioni, e con i soldi risparmiati si pensi alle popolazioni del mondo a sfamarli e a facilitare la pratica dello sport, quello vero, quello formativo tra i ragazzi, che farà si che il razzismo diventi solo un brutto ricordo. Oltretutto quando uno lo sport lo pratic
a riesce certamente ad apprezzare meglio i gesti sportivi dei professionisti. Non vi sembra grottesco che giocatori professionisti brasiliani facciano delle fondazioni per sfamare o salvare i bambini di strada con i soldi guadagnati con il calcio, quando il calcio stesso sottrae alla popolazione brasiliana migliaia di milioni di euro, utilizzandoli per costruire stadi per migliaia di persone che saranno utilizzati al massimo per un mese? Obbligare i paesi che si candidano ad ospitare i mondiali e le Olimpiadi a stanziare pari somme a quelle investite per gli impianti sportivi in infrastrutture per la popolazione potrebbe essere un primo passo per insegnare a governanti corrotti che perché uno spettacolo sia fruibile, bisogna aver superato i problemi esistenziali.
Scusate so che questo argomento c’entra poco con il football e con i Rams ma sicuramente c’entra con il nostro modo di concepire lo sport e con il nostro impegno nel limitare i costi dello sport. Da troppe parti oggi si va a chiedere aiuti dopo aver dilapidato inutilmente tanti soldi. Un buon organizzatore, un buon dirigente e colui il quale prevede ciò che potrebbe avvenire e si fa trovare pronto.