L’importanza dei filmati e di chi li esegue
Si parla sempre troppo poco di coloro i quali lavorano nell’organizzazione di una società senza mai essere menzionati o godere del piacere della ribalta, ma certamente uno dei ruoli più importanti, specie al nostro livello, è quello di colui che spesso si sacrifica a guardare le partite attraverso il piccolo schermo che la telecamera gli concede. Pioggia, vento, caldo, moscerini lui deve stare il più fermo possibile per assicurarci delle riprese accettabili. Perfino davanti a giocate fantastiche, anzi proprio davanti a quelle, deve riuscire a non esultare o a non imprecare, per assicurare la miglior ripresa che permetterà a giocatori, coach e arbitri di poter analizzare nel migliore dei modi movimenti corretti, errori e posizioni. Credo che la vera crescita del livello tecnico e strategico del football abbia subito una accelerata nel momento in cui sono uscite le telecamere digitali che hanno permesso una visione maniacale di tutti i movimenti, micro a macro. In Italia alla nascita del football era per impossibile noi lavorare con i filmati super 8, troppo alti i costi e troppo lento il suo sviluppo. Già con l’arrivo delle prime telecamere a cassetta si è cominciato a capire e diffondere sempre di più l’importanza dello studio dei filmati, sebbene dopo p
oche visione, specie se rallentate, la cassetta si rompeva. Il Superbowl conquistato da gli Eagles di Dick Vermeil furono il frutto dello studio quasi maniacale che il grande coach faceva . Si raccontano di nottate intere a guardare e riguardare i movimenti di ogni giocatore e a cercare segnali che potessero indicare lo schema avversario prima che questo partisse. Credo che per noi sia più importante, oltre che lo studio degli avversari, lo studio dei movimenti dei giocatori. Le stance di partenza, la velocità di reazione al gioco, il posizionamento delle braccia, lo sguardo, tante sono le cose che ci possono suggerire su cosa bisogna lavorare per correggere gli errori e di conseguenza i metodi di allenamento. In Usa, dove le riprese sono effettuate da più telecamere professionali, si può arrivare addirittura in campo medico, a fare diagnosi precise vedendo la collisione che ha causato un trauma e determinare che tipo di trauma si può essere verificato, un grande aiuto dunque, anche per lo staff medico. Ieri sera mentre vedevamo i filmati apprezzando con soddisfazione la correzione di alcuni difetti sui quali avevamo lavorato e focalizzando
la nostra attenzione sulle tante cose che dobbiamo ancora migliorare, ci è venuto spontaneo rivolgere il nostro ringraziamento a chi rende possibile tutto questo regalandoci questo importante strumento di crescita, oltre alla opportunità di conservare un ricordo. La stessa cosa possiamo dirla di alcune fotografie, anche se qui abbiamo due tipi di scatti, uno che spesso ci permette di isolare un errore, ma l’altro, e data la bravura della nostra reporter è più questo il caso, il cogliere una emozione che appartiene ai soli che l’hanno vissuta e riuscire a trasmetterla ad altri. Mi viene in mente il pensiero di alcuni pellerossa che ritenevano che chi li fotografava gli rubava l’anima. Penso che quel pensiero avesse un fondo di verità quando ad eseguire lo scatto siano artisti della fotografia, capaci di cogliere il momentum e riuscire ad immortalarlo nella propia macchina fotografica. Noi non possiamo che ringraziare Roberto e Francesca per averci aiutato anche domenica, malgrado la pioggia copiosa caduta in quel breve nubifragio, di essere rimasti ai loro posti ed averci regalato strumenti importanti di lavoro e di ricordo. Grazie.