Le emozioni di un capitano (1 parte)
ciao big avevi chiesto di scrivere qualche cosa sulle emozioni provate al fischio finale dei ref che ci ha dichiarato Campioni d’Italia FIF a.s.d..
Premetto che le emozioni di cui parlo non sono rivolte solo a questa partita ma fanno parte di un percorso che cominciò 4 anni fa, quando ti mandai una mail chiedendoti quanto bisognava pesare o su quali doti particolari doveva avere un giocatore di football.Mi ricordo ancora la tua risposta che fu inequivocabile :”Non serve essere grossi o dotati di capacità innate o particolari, devi solo rispettare due semplici cose: l’impegno che prendi lo devi portare a termine, e, per sintetizzare ricorda che i Rams sono una squadra controcorrente”. Accettai perché quegli ideali coincidevano e tutt’ora coincidono con i miei .Il football è un mondo affascinante sono sempre stato attratto dai caschi, paraspalle, e dalla forza che trasmette questo sport. Al primo allenamento mi ricordo che conobbi Tiziana che mi diede tutta l’attrezzatura dallo shoulder al casco e che mi spiegò come mettere le protezioni ecc…. Con il primo allenamento iniziano ad affiorare le prime paure e le mie solite domande: sarò all’altezza? Sarò in grado di apprendere gli schemi? mi accetteranno i miei nuovi compagni??…tutto durò il tempo di arrivare sul Saini field, a ripensarci mi ricordo ancora l’odore dell’aria di un febbraio freddo con il campionato che partiva il 3 marzo contro i Gladiatori Roma.Tra mille e duecento pensieri in cui ero immerso arriva come un tuono la voce del mitico kaiser, Alfredo Martinelli che mi disse come prima cosa: “soffrirai e non sai quanto …”.Per me quelle parole risuonavano come una sfida e dato che a me le sfide piacciono un sacco mi trovai subito a mio agio. Se c’è un’asticella da superare, quella maledetta asticella la voglio e la devo superare. Ci posso mettere un mese un giorno un anno ma la devo superare.Questo è sempre stato il mio spirito e pe
nso che me lo porterò fino alla fine dei miei giorni.Torno a casa e sono ancora tutto eccitato perché ho realizzato di poter diventare un giocatore di football americano, quello visto nei classici film, ed appena entrato ho dovuto affrontare mio papà e i suoi dubbi :”Eri un giocatore di calcio promettente perché hai lasciato??” Non ci fu un perché non lo sapevo ancora, ma sapevo che quello che stavo facendo mi avrebbe portato a qualche cosa di grande, di unico.Il primo anno di football si è chiuso male come bilancio partite giocate 7 vinte 0 se non sbaglio, ma quello che mi ha colpito non era quanto potevamo essere forti o deboli ma di aver conosciuto persone, persone vere che in quel periodo dove ero quello più indietro come tecnica e tattica, non hanno mai smesso di spronarmi. Luca Rossoni, Nitro con consigli e suggerimenti, in maniera più energica Big, che con schiaffi sul casco che pesavano più di un pla
ccaggio, cercava di correggere i miei errori, gli incoraggiamenti di tutti quelli che quell’anno giocavano con me in Offence mi hanno sempre sostenutoAndando avanti col tempo ho iniziato ad apprendere sempre di più tecnica e corrette posizione in campo…ma sentivo che non ero fatto per stare in attacco. La difficoltà nell’adattarmi stavano per convincermi a mollare tutto e non venire più, finchè una sera durante lo scrimmage feci un placcaggio,non ricordo il motivo, mi si avvicinò il vice Roberto insieme a Mattone, colonne dei gloriosi Rams, e mi proposero di provare in difesa. Detto fatto. Fin dai primi allenamenti mi trovai a mio agio a placcare la gente, meno pensieri e menare tanto.Parte la nuova stagione, gioco e mi diverto, riscopro quello che ultimamente mi era un po’ mancato: la voglia di andare agli allenamenti, divertirmi e crescere con i Rams. Chi se lo aspettava, poi, che sarebbe arrivato Randy Beverly Jr. figlio di un fuoriclasse dei New York Jets, vincitore di un superbowl, e lui stesso giocatore di UCLA nella mitica squadra di college, all pro in quasi tutti gli sport, un mostro dal quale ci si aspettava un sacco.Alla lista di persone di spicco del football professionistico e non, che ho
potuto conoscere si aggiungono Jhonny tusa e Mike Lodish. Sti c…zi x la gente che sa chi sono questi tre elementi, farebbero la fila per assistere ai nostri camp estivi.Riparte la nuova stagione e Randy prende in mano l’attacco migliorando la tecnica e la tattica lavorando sui fondamentali, da noi arriva Big…e conquisto la fascia di capitano e come terzo anno non partiamo affatto male. La difesa funziona ma deve ancora migliorarsi, l’attacco guidato da Murino qb fa passi da gigante. Chiudiamo alla grande arrivando al 32° Superbowl.Giochiamo contro i Bengals di Brescia, squadra molto fisica. Li affiorano le mie paure che si ripetono: ho paura di sbagliare, di prendere l’iniziativa ho paura di affrontarli …Non ce nè…il finale è amaro perdiamo il Superbowl anche se la mia prestazione non è stata male. Come premio di un anno di sacrifici e di impegno, più o meno grandi arriva la seconda soddisfazione della mia carriera da giocatore: la conquista del premio Joe Costanzo come miglior difensore dell’anno nella difesa dei Rams. Non male ma voglio di più quel secondo posto sapevo che ci stava stretto. ( fine prima parte)