Parola chiave: PROGETTO.
Leggevo ieri la lettera che Joe Paterno scrisse a Randy spiegandogli che persone per bene come lui rientravano nel progetto di Pen States e che lui sarebbe stato felice di averlo fra i suoi giocatori. Randy poi scelse UCLA perché riteneva migliore il progetto di quel college. Riflettevo su questa cosa e pensavo al nostro progetto. Ovviamente ci sono vari punti di vista dai quali partire quando si mette a punto un progetto, ma crediamo che il primo debba essere la sostenibilità. Se pensiamo verosimilmente ad un progetto formativo che riguarda una durata almeno medio lunga, dobbiamo in primo luogo pensare a come portare avanti questo progetto, ai suoi costi, alla sua concreta possibilità realizzativa. Quando decidemmo di riprovare a realizzare il progetto Rams nel 2007, avevamo due certezze, la prima la validità di quanto volevamo realizzare, visto ciò che era rimasto in tutti quelli che al progetto Rams avevano aderito negli anni ’80. Il secondo che non avremmo fatto gli stessi errori di quegli anni. Allora fummo costretti a chiudere la società non per mancanza di giocatori, ne per mancanza di entusiasmo, semplicemente condannati dalla impossibilità di sostenere i costi che la FIAF, entrata nel CONI, ci imponeva. Quello che apparentemente sarebbe dovuto essere un vantaggio si rivelò in pochi anni un enorme spreco di denaro delle società per mantenere un apparato burocratico e per sostenere il settore arbitrale, completamente fuori controllo. Ciclicamente la cassa delle varie associazioni di arbitri veniva saccheggiata dal farabutto di turno o
squadre si sottraevano ai pagamenti dovuti, non riuscendo a sostenere i costi eccessivi che una dirigenza arbitrale imponeva, incurante delle difficoltà di molte franchigie. Nello stesso tempo ne l’allora federazione, ne le società capivano che l’unica via per risolvere questo annoso problema, non era quello di formare un classe arbitrale attratta da vantaggi economici, convinti di svolgere un compito ingrato e sminuente, ma quello di creare una nuova classe arbitrale dotata di grande passione e consapevole di ricoprire il ruolo più importante del nostro sport. Qualcuno tra i ref lo capì, ad onore del vero, Giovanni Frisiani, ma fu subito messo in minoranza e messo in un angolo inascoltato. Agli appassionati furono sostituiti i presunti manager, bravissimi a fare i loro conti, senza mai preoccuparsi dei conti delle società. Da parte loro le società anziché coinvolgere i propri uomini migliori nella squadra degli arbitri, preferivano risolvere il problema pagando americani, spesso poco qualificati, o sportivi falliti e potendo però trovare sempre nel cattivo arbitraggio, facili alibi per le sconfitte. Dobbiamo ess
ere molto grati alla FIF a.s.d. che questo problema ha affrontato sebbene ancora oggi con scarsa sensibilità da parte di alcune società. Per la prima volta da qualche anno abbiamo una squadra degli arbitri che consapevole del loro compito si comporta a tutti gli effetti come una squadra qualsiasi. Come una squadra qualsiasi ha il suo logo, ha la sua divisa, le sue borse, svolge i propri allenamenti, cerca di migliorarsi, ma non pesa se non marginalmente sulle squadre e soprattutto leva molti alibi alle società. Infatti se queste non riescono a trovare appassionati capaci di svolgere questo compito con quale diritto criticano chi si impegna per
migliorare partita dopo partita per fare quello che loro non hanno la passione per fare? Avete mai visto un arbitro criticare un giocatore durante una partita per una ricezione facile mancata, per un blocco sbagliato o un passaggio fuori misura? Chi da il diritto dunque a chiunque di criticare o peggio insultare un giocatore della squadra degli arbitri quando questi dovesse commetter un errore al pari di un giocatore? La prossima selezione per la squadra degli arbitri della FIF a.s.d. è aperta chiunque pensi di avere le capacità, la passione, l’equilibrio e le palle per provare a far parte di questa squadra ci contatti o contatti direttamente la segreteria della FIF a.s.d.. I Rams da parte loro ringraziano anche quest’anno la squadra dei Ref che ci ha permesso di giocare divertendoci e si scusa se per contaminazione da finti sportivi, reclamizzati come grandi campioni di calcio, qualche volta abbiamo tenuto comportamenti irrispettosi o semplicemente insofferenti, nei confronti della squadra migliore del campionato.