It’s football time
Finalmente in tanti campi d’Italia si ricomincia la preparazione in vista dei rispettivi campionati. Quest’anno sarà un anno importante per il football italiano in quanto la crescita che ha contraddistinto questi anni ha arrestato la sua spinta e come già successo in molte squadre stanno aumentando i costi di associazione a cifre che relegano uno sport formativo come il nostro a sport di elite e di nicchia. Abbiamo già assistito purtroppo a questo processo, ma speravamo che le esperienze passate avessero insegnato ai dirigenti come gestire diversamente i molti soldi raccolti negli anni di boom. Speravamo che i dirigenti delle società facessero programmi a tre, cinque anni, invece anche questa volta molti navigano a vista e a fine anno quando hanno generato debiti non trovano di meglio che ricorrere alle tasche dei giocatori. Quello che abbiamo imparato è che una buona gestione non nasce dal trovare grandi sponsor che non possono che avere durate brevi, ma strutturarsi per spendere poco. E’ vero che l’esempio viene dal CONI, il quale nel momento in cui per la grave crisi economica che investe il paese, ha visto notevolmente ridotto il contributo che riceve, anziché licenziare i molti burocrati inutili che riempiono i suoi uffici, ha ridotto i contributi per la diffusione e l’esistenza dei vari sport, specie quelli così detti minori. Molte le squadre che hanno preferito fare il passo più lungo della gamba spendendo in un anno, spesso per soddisfare le manie di grandezza di improvvisati dirigenti, quello che avrebbe potuto garantire l’esistenza per alcuni anni. Non è aumentando le quote di associazione dei giocatori che si risolvono i problemi, ma abbassando i costi di gestione che il football riuscirà a sopravvivere, lo diciamo, lo mettiamo in pratica e lo scriviamo da anni. e venivamo e veniamo presi in giro per questo. Da anni sosteniamo l’esigenza per le squadre di giocare in gironi geografici per limitare i costi di trasferta, ci veniva detto che i giocatori si annoiavano a giocare sempre con le stese squadre. Quando il numero delle squadre si sarà ancora una volta ridotto ci si renderà conto che si sarà obbligati a giocare con le stesse squadre. Purtroppo ancora una volta vedrete che non si troveranno i colpevoli di tale scellerata politica, ma si ricorrerà alle solite scuse: la televisione non ci ha sostenuto, questo e quello, come se i media si dovessero interessare per forza al nostro sp
ort . Quando lo fecero ne furono costretti dalla popolarità che avevamo raggiunto e non dall’amicizia di questo o quel politico o per le pagine comprate. Erano loro a cercarci e non noi ad implorare un passaggio televisivo alla una di notte. Esistevano tre riviste perché si vendevano tre riviste,. Non le stampavano per fare beneficenza ma perchè ci guadagnavano . Venivamo da anni di lavoro duro e di preparazione con dirigenti capaci consapevoli di doversi guadagnare tutto ciò che avremmo raccolto. I meriti non si compravano , li si guadagnavano come insegnavamo ai nostri giocatori. Noi riga dopo riga sui giornali, loro yarda dopo yarda in campo. Rutigliano disse : “There is no a wrong way to the right things” e noi abbiamo cercato di attenerci al suo insegnamento. Siamo perciò estremamente felici di riuscire anche quest’anno a non aumentare la quota di associazione per i giocatori limitandola a soli cento euro e fornendo noi le attrezzature da gioco gratuitamente, dietro solo una cauzione di cinquanta euro. I nostri giocatori non avranno l’opportunità di giocare in Sicilia o a Roma, ma avranno la certezza di poter continuare a giocare nella loro squadra e con i propri compagni, nella speranza che prima o poi altri dirigenti abbiano la pazienza di costruire basi solide prima di pensare a che tipo di terrazzo allestire sul tetto. Il nostro augurio per questa stagione agonistica è sperare che i dirigenti dirigano ed i giocatori giochino, siamo stufi di dirigenti che ci dicono siamo d’accordo con te, ma i giocatori hanno detto…. Un dirigente si deve assumere le proprie responsabilità , se scarica la responsabilità sui giocatori non capisco che cosa diriga. Se si chiama dirigente e non assecondatore qualcosa vorrà dire , cosi come se i fondamentali si chiamano in questo modo qualcosa significherà. Partiamo da dirigenti capaci e da giocatori con solidi fondamentali e il football arresterà la sua caduta. In bocca al lupo Rams anche quest’anno. “It’s football time”