Esempi prima di tutto

E’ uscito ieri sul sito della FIF a.s. (http://www.federfootball.org/news/) un decalogo di comportamento degli allenatori di football che condivido in pieno. Uno dei punti che mi piacciono di più  è l’ultimo dove dice che i coach devono prima di tutto essere degli esempi e poi dei maestri. Pensavo alla tristezza di un  allenatore che ti invita a dimagrire e stare in forma quando lui continua ad ingrassare. Ora se è vero che tra compiti di un coach  ci sia anche quello di insegnare una corretta alimentazione, basata non su integratori che dovrebbero aumentare velocemente la massa muscolare, ma su un consumo di cibi sani che mantengano il nostro fisico in buona efficienza, è anche vero che questo insegnamento dovrebbe servirci anche quando smettiamo di giocare. Solo così gli insegnamenti saranno serviti. Ci piacerebbe che in linea giocassero ex obesi che fossero riusciti a tenere sotto controllo il loro fisico e non ragazzi che hanno fatto di tutto per aumentarlo. In Italia come in ogni parte del mondo ci sono fisici adatti al gioco in linea senza sforzare il loro metabolismo. Il nostro corpo non è una fisarmonica e raramente si  sono visti centenari grassi. Il football è un grande sport proprio perché possono trovare spazi, le più diverse tipologie di carattere e di fisico senza dover sforzare uno a diventare quello che la natura non voleva. La preparazione atletica dovrà servire a tonificare e potenziare il nostro fisico senza forzarlo a diventare quello che non avrebbe dovuto essere. Per questo per essere credibile i coach dovrebbero essere i primi ad osservare le regole di una sana alimentazione. Un aumento del peso è fisiologico quando uno smette l’attività agonistica, ma da questo a trascinarsi per il campo vantandosi di quante salamelle si riesce a mangiare o quante birre si riescono a bere c’è una bella differenza. La credibilità di un allenatore dipende anche dall’esempio che sa dare e bene ha fatto la commissione tecnica ad inserire questa regola nel nostro decalogo.  Far parte di una squadra vuol dire condividerne gli obbiettivi e la salute degli atleti deve essere uno di questi per tutti.