La prima volta dei Rams al Superbowl.

Raccontare un anno di football non è facile. Quante emozioni, quante sensazioni, quanta adrenalina si consuma in una stagione. Se c’era una che poteva farlo questa era Francesca Meana, che ha saputo unire alla sua tecnica, la sua emozione, immortalandola nei suoi scatti. I suoi pregevoli scatti descrivono l’emozione di una ragazza che conoscendo i protagonisti, ne conosce le sofferenze, i sacrifici gli sforzi per conquistare tutte quelle yards, tutti quei pollici che li hanno separati domenica dopo domenica, dalla conquista del primo Superbowl della storia dei Rams, il 32° da quando esiste un campionato in Italia. L’immagine degli spogliatoi vuoti  ma pieni delle maglie che sono, non un pezzo di stoffa, ma il simbolo identificativo di un giocatore, di una squadra, di una filosofia di vita, le fotografie di gruppo dalle quali traspare la gioia condivisa per un traguardo raggiunto, un obbiettivo desiderato e conquistato, non sono fotografie rubate, sono momenti condivisi. Difficilmente potranno raccontare a chi non c’era, ma sicuramente aiuteranno a ricordare momenti indimenticabili a chi c’era. Si quelle fotografie saranno il documento che certificheranno le presenze di chi quelle emozioni ha vissuto, compreso la gioia dopo aver mancato la conquista di quell’ultima vittoria che nulla avrebbe aggiunto alla nostra stagione se non l’orgoglio di essere in quella sera i più forti. Non lo siamo stati, ma abbiamo comunque fatto tutto quanto potevamo per riuscirci. Il nostro sorriso a fine partita e l’orgoglio di chi ha perso una partita ma ha vinto la sfida più importante quella di averci provato senza paura e lealmente ed aver riconosciuto la forza dell’avversario. Non è un disonore perdere, un disonore è non lottare o farlo slealmente. Noi siamo i Rams, sappiamo quante e quali sono le difficoltà, ci piace affrontarle insieme e provarci insieme. La nostra sconfitta sarà quando non avremo più la forza di farlo o quando anziché  consolarci a vicenda e assumerci le nostre responsabilità cercheremo dei facili capri espiatori, nei nostri compagni, negli arbitri, negli allenatori o in qualunque altra cosa. No, quella sera non c’erano colpevoli, c’era una squadra, fatta di tanti ragazzi e non, di allenatori, giocatori, magazzinieri, addetti alle riprese, addetti all’acqua e tante altre persone e dalle loro famiglie, dalle loro compagne, che, avendo capito la bellezza di questo sport e di questa squadra, hanno condiviso questo sogno che oggi è qui immortalato. Potrei ricordare la proclamazione quale miglior giocatore della Golden League di FIF a.s di Matteo Nigro, meglio noto come Nitro ma credo che l’unico che vada menzionato sia una persona che è esempio per tutti noi, un amico paziente, un grande uomo che riesce a far sembrare perfetto l’italiano di Dan Peterson, il nostro Head Coach  Randy Beverly, junior solo nel nome, ma grande nel carattere.

Grazie a tutti quelli che ci hanno permesso di condividere questo sogno e che ne hanno fatto parte. La speranza è che questo sia solo il primo di tanti capitoli che scriveremo insieme. RAMS IS ENOUGH!

Prefazione al libro fotografico consegnato ieri sera ai  collaboratori della società .