Terremoti e terromoti
Viene difficile parlare oggi di football davanti a quanto sta succedendo in Italia, ma credo che la risposta migliore che un popolo degno di tale nome debba e possa dare, sia proprio quello di impegnarsi maggiormente per riuscire a formare giovani con valori più solidi di quelli che purtroppo vediamo trasparire oggi da molti adulti. Non è un caso che spesso venga usato il termine terremoto per rappresentare un cataclisma non solo geologico. Terremoto politico, terremoto nel mondo dello sport, terremoto nel calcio o nel ciclismo, terremoto in borsa. Come vediamo sono tanti i terremoti accaduti in questi anni ed è ora che si cominci a fare qualche cosa per superare questi terremoti e l’unica cosa che è comune in tutti questi terremoti di valori è la mancanza di valori, se non quelli economici. Approfittiamo di questi momenti per riflettere su quali siano i veri valori e cominciamo a riappropriarcene . Basta chiedere “accise momentanee” sulla benzina, chiediamo che la gente impari a lavorare onestamente, che ognuno faccia il proprio lavoro con passione e dedizione, in base alle proprie capacità. Contro i terremoti geologici possiamo fare poco, purtroppo la natura reclama sempre il suo ruolo di primadonna. . La natura ci insegna che non siamo noi con le cartine a dirle dove può tremare, ma siamo noi a poter crescere diversamente mettendo al centro dei nostri interessi, non più i soldi, ma quei valori che nessun terremoto potrà mai far crollare. Contro i terremoti di valori possiamo fare molto. Basta con ricostruzioni che durano decenni, a Torino hanno costruito uno stadio in due anni, usiamo la stessa capacità per ricostruire le case dei nostri concittadini, mettiamo al centro non quanto si può guadagnare con una disgrazia, ma quanta riconoscenza e soddisfazione si potrà ricevere condividendo, aiutando, mettendo al servizio di altri le proprie capacità. La ricostruzione non può partire solo dai muri, deve partire anche e soprattutto dai valori, quei valori espressi da alcuni dei morti sotto le macerie nel tentativo di permettere ad altri di tornare a lavorare, non per accumulare ricchezza, ma per rendersi utile agli altri e sentirsi realizzati. Lasciamo scappare i cervelli all’estero, teniamo qui il grande cuore del nostro popolo che davanti alle disgrazie si riappropria di quei valori che media e disonesti troppo spesso dimenticano. I nostri esempi devono tornare oggi più che mai Falcone e Borsellino, ma anche tutti quei pompieri, infermieri, studenti che sono sui luoghi della disgrazia per il solo piacere di sentirsi utili e poter mettere le proprie capacità al servizio di persone oggi più sfortunate, senza chiedere quanto gli daranno in termini economici, ma sapendo di ricevere ciò che nessuno potrà mai comprare: la soddisfazione di fare qualcosa per gli altri.