Perché i Rams continueranno ad esistere
Sono passati tre giorni dalla partita persa sabato sera il 32° Superbowl e proprio non mi riesce di archiviarlo come una sconfitta. Gli abbracci, i sorrisi la soddisfazione di esserci stati, il pubblico e tutti coloro i quali ci hanno aiutato ad organizzare al meglio questa manifestazione non sono degli sconfitti, sono un gruppo meraviglioso con il quale continuare a costruire e a divertirci. Come già detto molto c’è ancora da fare ma diciamo che siamo riusciti a mettere un campo base molto in alto. Chi ci critica, chi non capisce lo fa in maniera legittima, avendo aspirazioni diverse. Se un ragazzo ha come obbiettivo giocare da professionista è ovvio che non può giocare nei Rams, se un ragazzo pensa che il football sia l’unica cosa che conta e alla quale e disposto a sacrificare il suo fisico e la sua vita sociale, i Rams non possono essere la sua squadra. Il nostro scopo è divertendoci, formarci e soprattutto imparare a farlo insieme. Perché lo facciamo nel football? Perché riteniamo che una società di football sia una delle più grandi opportunità che lo sport offra a tanti, avendo molti ruoli e molti incarichi può soddisfare le inclinazioni, i desideri e le aspirazioni di molti. Amministratori, designer, grafici, fotografi, cameramen, addetto stampa, esperto in informatica, allenatori, preparatori atletici, fisioterapisti, sono solo alcune delle figure che possono trovare spazio a fianco della squadra di giocatori che essendo divisi in formazioni diverse per mentalità e caratteristiche fisiche da anch’essa la possibilità più ampia di riuscire a trovare spazio a molti. Ora tutto questo ha un solo difetto, che è nello stesso tempo il suo pregio, avendo tante persone che ruotano attorno ha dei costi elevati e grande deve essere la passion
e e la capacità per tenerli sotto controllo. Pensate solo alle persone che ho appena indicato, pensate di fornire loro solo un piccolo rimborso mensile e vi accorgerete che in breve tempo sarete a cifre insostenibili, per questo la nostra scelta di non pagare nessuno. Analizzando quello che abbiamo appena esposto vi rendete conto che sarebbe poi un non senso permettere di poter giocare o far parte della nostra società Rams esclusivamente chi ha i mezzi economici per permetterselo. No per noi poter giocare a football è un diritto, per questo ci impegniamo per tenere la quota associativa a prezzi simbolici quali i cento euro annuali che chiediamo. Questo è l’impegno economico minimo, ovviamente nulla impedisce a chi può di contribuire in maniera più sostanziale al nostro progetto, purché sappia chiaramente che questo non gli darebbe trattamenti di favore. Avendo queste idee apparirà chiaro a tutti il perché siamo molto felici che ci sia una associazione che ci permetta di poter giocare, imparare crescere avendo le nostre stesse idee limitando al minimo i costi. Ovviamente non pretendiamo che ci fornisca servizi pazzeschi, anzi capiamo perfettamente che dobbiamo collaborare con essa nella riuscita di u
na buona organizzazione , per cui riteniamo un punto d’onore l’essere puntuali nei pagamenti, compilare bene i roster, controllare la regolarità dei tesserati che sottoponiamo alla stessa, proprio perché riteniamo che il buon funzionamento di una qualsiasi struttura non dipende da quanto paghi, ma da quanta voglia ha chi svolge un compito di farlo. Un grave errore è paragonare la nostra struttura societaria e associativa a grandi federazioni e franchigie che hanno obbiettivi e scopi diversi. Capiamo chi critica il minimo errore che venga commesso da parte di chiunque appartiene alla nostra filosofia, probabilmente loro sono abituati ad altri mondi, sarebbero sicuramente molto più bravi a fare qualsiasi cosa al posto nostro se solo lo volessero. I nostri scritti li vivisezionano alla ricerca dei tanti errori che commettiamo, talmente puntigliosi da dimenticarsi spesso di capire perfino il contenuto di quello che scriviamo. Altre volte, giustamente analizzano una frase estrapolandola dal contesto e sfoggiando la loro cultura ne fanno un saggio letterario dimostrando quante diverse interpretazioni si possono dare ad una frase, diversa da quella che noi gli avevamo dato. Peccato, noi non possiamo permetterci di pagare nessuno che scriva ogni giorno qualche cosa, dobbiamo accontentarci di chi immodestamente avendo la possibilità di farlo, cerca di comunicare le emozioni e le sensazione che questo sport riesce a dargli, commuovendosi davanti al sorriso di un ragazzo soddisfatto di essere riuscito dove non pensava o sostenendo chi pur essendosi impegnato al massimo non c’è riuscito. Grazie comunque per le critiche, grazie per insegnarci criticandoci, spesso perfino senza sapere e senza conoscere, da voi sappiamo che dobbiamo imparare sempre e comunque. Dove sarebbe il football senza di voi. In attesa di imparare di più non vi offendete se proprio non riusciamo a ritenerci degli sconfitti, ma anzi salutiamo con gioia la nostra prima conquista di un Superbowl.