La fortuna di avere un grande coach in panchina.

Sono trent’anni che mi occupo di football in Italia, prima come general manager, la squadra la dovevo formare, poi come giocatore, poi come dirigente federale e membro della commissione tecnica, poi come allenatore, infine anche come presidente dei Rams. Spesso alcune di queste cariche si sono sovrapposte per esigenze della società, altre volte sono riuscito a  ricoprirne solo una per volta. Questa lunga esperienza mi ha permesso di conoscere tante persone dalle quali ho imparato molto e che hanno modificato e continuano a modificare il mio modo di essere. Recentemente ho avuto la fortuna di incontrare Randy e di diventarne assistente, e lui  ha la pazienza di correggere i miei errori e di insegnarmi come un allenatore deve comportarsi. La sua esperienza ai massimi livelli e la sua intelligenza gli permettono di capire cosa si e si deve fare in Italia per migliorare. Nei due anni che segue il football ha imparato a conoscere il nostro ambiente e la sua stima nei miei confronti ha fatto si che tentasse di correggere i miei errori. Mi ha spiegato che solo chi non ha preparato a dovere la partita sente il bisogno di urlare hai giocatori, mettendoli ancora più in confusione e perdendo la  lucidità necessaria per aggiustare il piano strategico. Mi ha insegnato che i giocatori capiscono quello che gli insegniamo e che se non lo capiscono, ho non siamo in grado di insegnarlo, o hanno semplicemente bisogno di metabolizzare le tante cose che questo sport pretende da un buon giocatore. Se in poche settimane tutti potessero diventare fenomeni non sarebbe il grande sport che è, e se tutti facessero quello che immaginiamo staremmo giocando a scacchi e non a football. Mi ha spiegato che lo scaricare sugli arbitri i propri errori, porterà domani i giocatori a scaricare sui coach i loro errori. Il capire che gli arbitri si impegnano come gli allenatori e che questo non li rende però immuni da errori, farà si domani  di non perdere la propria autorevolezza quando i giocatori capiranno che i coach hanno sbagliato una chiamata o la preparazione di una partita. Tutti possono sbagliare, senza per questo dovere essere sminuiti nella propria autorevolezza. Insomma denigrando gli arbitri si pongono le basi per farsi denigrare domani dai propri giocatori.  Non sono riuscito a correggere tutte queste cose, ci sto lavorando, per cui mi sento in dovere di scusarmi anticipatamente con lui, i Rams, gli arbitri ed il pubblico se non ci sono ancora riuscito completamente. Credo fermamente in quanto da lui insegnatomi e lo ringrazio per averlo fatto. Molte volte riusciamo a capire delle cose estremamente complicate e ci sembra incomprensibile non capire cose così semplici e razionali come quelle che lui mi ha regalato. Credo che il codice comportamentale per un allenatore gli debba suggerire di comportarsi in panchina come se al suo fianco ci fosse sua madre e far si che lei si possa sentire orgogliosa di lui. Cercherò di non dimenticarlo e lo farò anche nel rispetto delle madri dei coach nostri avversari che hanno il diritto di non sentire ciò che non vorrebbero sentire dal loro figlio.