La Storia del football.
In questi giorni da parte di molti appassionati si chiede a gran voce di scrivere la storia del football. Come sempre quando si parla di storia, contemporanea, c’erano tutti e tutti la raccontano come più gli fa comodo. Noi abbiamo avuto la fortuna di essere presenti a tutte le riunioni che contavano, anzi in molti casi ne fummo stati i promotori. Che oggi qualcuno cerchi di mettere Beneck tra i fondatori di questo sport è quantomeno azzardato. Beneck deposito nomi e marchi, si fece mandare delle porte da football in regalo dagli States, essendo anche il Presidente della federazione Baseball aveva facili entrature, e cerco di far partire il football essendo già pronto a sfruttarlo. Colombo conobbe una squadra di football, li apprezzo e si diede da fare per cercare di farli giocare, poi arrivarono Frogs e Rams e proprio da noi parti la spinta per diffondere questo sport. Beneck crcò di ostacolarci e fermarci, fu solo la nostra tenacia che lo costrinse a venire a patti e cedere il campo in cambio del rispetto di un accordo con il sindaco di CastelGiorgio. Il terreno in Lombardia ie nel noprd Italia, era fertile ed in breve tempo andammo a diffondere e ad iniziare al gioco tante altre realtà. Tante squadre oggi titolate devono alla nostra voglia di coinvolgimento la loro prima partita. Noi abbiamo ben chiaro chi fu a complottare per sostituire Colombo alla guida del A.I.F.A., consegnandola alla banda Arnoldi, Metti, Napolitano. Il solo torto di Colombo fu la passione da tifoso per i Rhinos oltre che per il football americano che lo portò in un primo tempo a farci accettare che fosse normale che il capo degli arbitri fosse anche il capo allenatore dei Rhinos. Ricordo che il potere di Semko allora era molto superiore al potere di qualsiasi designatore venuto dopo. Con il primo corso da noi promosso e voluto a Caspoggio si cominciò a porre le basi per una classe arbitrale italiana dalla quale uscirono galantuomini come Giovanni Frisiani, Massimo Zerbi o Giorgio Camisi. Il primo ancora vicino al movimento il secondo e il terzo travolti da un auto mentre prestavano soccorso ad un automobilista in difficoltà, di ritorno da un partita .Gionni, non riuscì mai a scindere le due passioni e si trovava sempre più in difficoltà con gente che continuava a ricordargli i propri diritti, salvo dimenticarsi troppo spesso dei propri doveri. Ci battemmo con Luigi Vedovato, persona che non si può dimenticare scrivendo la storia di questo sport, per cercare di coniugare la grande generosità e passione di Gionni, nessuna credo abbia mai pagato un soggiorno o un pranzo al Manin in occasione di una riunione, con il nuovo sviluppo che il football stava prendendo. Riuscimmo a convincerlo a fondare la European Football League insieme agli amici tedeschi, ma il successo ci stava scoppiando nelle mani e gli avvoltoi stavano volando su quello che per loro era solo un business. Votammo optorto collo per quel progetto Arnoldi di cui molti di quelli che ora elogiano Colombo e ne tessono le lodi, dopo avergli fatto una guerra sporca, erano entusiasti. Non possiamo che essere felici se qualcuno tenta di scrivere la verità sulla storia del football, che è anche la nostra storia, ma non possiamo accettare che chi osteggiava Colombo allora cerchi oggi di passare come suo grande estimatore ed amico. Abbiamo il vanto di aver avuto scontri duri ma leali soprattutto per la rivalità sportiva Rams, Rhinos, con Gionni. Uniti dall’amore per questo sport riuscimmo a diffonderlo e costruirlo per permettere a molti di poterlo giocare. Fummo noi a volere il primo SuperBowl che ebbe il suo epilogo al Covo di Nord Est di Santa Margherita Ligure, siamo noi oggi a ricordare che il football nacque allora per la passione di tanti ragazzi, avversari, ma rispettosi gli uni degli altri. Gallivanone, Orla, Guio, Berini, Trabattoni, Riccardi solo per fare alcuni nomi di giocatori che in squadre diverse si impegnavano per trasmettere il piacere di giocare a questo fantastico sport supportati da dirigenti quali Felloni, W. Martinetti e They. Scrivere la storia credo che sia un atto dovuto, dimenticare gli errori sarebbe non solo stupido ma anche dannoso. Solo dall’esame di cosa fu sbagliato si potrà evitare di ripeterlo.