Facciamo squadra

E’ cominciato sabato mattina il corso di formazione in psicopedagogia dello sport per allenatori, non professionisti,  dei settore giovanili, denominato “facciamo squadra”. Numerosa la partecipazione, ben oltre cento le richieste per 80 posti disponibili. Due le squadre partecipanti della FIF a.s. co patrocinante del corso. Durante la prima sessione il docente CONI Patrizio Pintus, psicologo dello sport, ci ha illustrato le molteplici problematiche che il rapporto tra allenatore e giocatore/squadra comporta. Tutto molto interessante ma soprattutto mi ha colpito quando ci si è soffermati sulla comunicazione e sulla sua definizione. Negli anni settanta si sosteneva che tutto è comunicazione, perfino la non comunicazione. Oggi nell’era della comunicazione viviamo situazioni assurde delle quali veniamo a conoscenza solo a posteriori, malgrado le persone interessati vivano a stretto contatta con noi. I più eclatanti sono i casi di cronaca dai quali scopriamo aspetti diametralmente opposti di carattere a quelli che avevamo cercato di intuire da una osservazione più che da una comunicazione. Da qui la definizione della comunicazione che deve essere: “ Intenzionale e consapevole”, ed io aggiungerei chiara. Troppe volte nascono equivoci non solo tra coach e giocatori, ma anche tra giocatori, o anche nella vita comune cercando di rubare agli interessati indiscrezioni anziché chiedere esplicitamente.  Uno dei punti che il corso approfondirà sarà proprio la comunicazione e credo che sarà un ulteriore passo verso la crescita dei futuri coach. Cosi come interessante è stato un primo approfondimento su quelle che sono le motivazioni, ma soprattutto ci ha fatto piacere che si esplicitasse finalmente l’importanza dello sport nella formazione di un ragazzo, il quale spesso e volentieri spende più tempo con i propri allenatori che non con i propri genitori. L’auspicio è che anche in Italia nel prossimo futuro si cominci a concepire lo sport come parte integrante della formazione e che scuola e sport diventino due strumenti per il raggiungimento dello stesso scopo, con uguale impegno da parte di tutti nel mettere a disposizione dei ragazzi sempre più possibilità di praticare sport. Ci piacerebbe finalmente che fosse palesata la differenza tra sport, che come tale non può riguardare il professionismo, e professionismo sportivo che dovrebbe essere finalizzato al solo divertimento dello spettatore, seguendo le regole dello spettacolo. La confusione tra questi due mondi non può e potrà che generare  molta confusione e cattivi esempi. L’appuntamento è dunque per sabato 17 marzo alle 9.30  per la seconda sessione in cui si affronterà il tema della Motivazione ed autostima .