Il coraggio di crederci.

Lunedì sera eravamo presenti alla prima serata formativa per allenatori organizzata dalla commissione diocesana per lo sport tenuta dal suo segretario Don Alessio Albertini, sul tema: “Il campo non è un parcheggio”. Ieri mattina eravamo alla presentazione della seconda edizione del corso di formazione per allenatori, al quale sia la FIF a.s. che i Rams,  hanno dato con entusiasmo il loro richiesto patrocinio,  che si svilupperà in dieci incontri , chiamato “fare squadra “ e in ambedue gli incontri abbiamo apprezzato la necessità avvertita da tutti di ridare allo sport quel valore formativo che da anni ci battiamo per ridargli. Da tempo continuiamo a ripetere che a noi non basta giocare, che l’importante non è ottenere la vittoria agonistica, noi abbiamo il coraggio di ammettere che il nostro traguardo è molto più ambizioso, noi vogliamo trionfare su noi stessi. Tutti i nostri allenamenti sono mirati a forgiare il nostro carattere, ad aumentare il nostro spirito di sacrificio, la nostra disciplina, anche quella mentale. Cerchiamo attraverso gesti sportivi di imparare ad aumentare il nostro tempo di concentrazione, la nostra resistenza, la nostra capacità empatica e di condivisione e quando ci riusciamo la nostra soddisfazione è la più grande ricompensa che possiamo desiderare. Sono stufo di sentire che gli allenatori sono volontari che lavorano gratis. Noi lavoriamo per il massimo delle ricompense: ”Il sorriso dei nostri ragazzi, la soddisfazione di vederli vincere su loro stessi ed acquistare sicurezza nei loro mezzi.” Nessuno potrà mai darci nulla che valga la soddisfazione di un abbraccio a fine partita o dello scambio di  un sorriso quando finalmente quel gesto che sembrava impossibile viene realizzato. Si queste gioie le può capire solo chi ha condiviso con i ragazzi i loro sacrifici, solo chi ha saputo convincerli a continuare quando era più facile rinunciare. Quando scegliete di fare l’allenatore la cosa più difficile è capire quale dovrà essere il risultato per il gruppo, quale dovrà essere il loro obbiettivo, che non può limitarsi al vincere o perdere, correreste il rischio di annoiarne molti o di dargli messaggi sbagliati. Vi faccio un esempio. se io domani corressi la maratona di New York e voi foste il mio allenatore sarebbe facile stabilire quale dovrà essere la mia vittoria. Comincereste a valutare la mia velocità  attuale, la mia età,il mio carattere,  il tempo che posso dedicare all’allenamento e poi stabilireste non il piazzamento che dovrò raggiungere, ma il tempo sotto il quale dovrò stare. Sarete un bravo allenatore se valutando tutti i parametri riuscirete a stabilire un tempo difficile ma raggiungibile. Difficile, per cui dovrete motivarmi, stimolarmi, convincermi che ce la posso fare, se riuscirò, attraverso un allenamento costante  a modificare la mia falcata e ad aumentare la mia resistenza. Dovrete essere bravi a correggere l’obbiettivo qualora vi accorgeste  che quello inizialmente prefissato era  troppo difficile o troppo facile.  Quello è il talento di un allenatore, oltre alla capacità di applicarsi e prepararsi anche tecnicamente.
Per questo diventa secondario quanti sono i partecipanti, non vi confronterete  con loro ma con voi stessi. Per questo adoro il mio sport perché a questi valori ne aggiunge uno che è incalcolabile: la capacità di aiuto del gruppo, la forza della squadra. l’empatia del team. Per questo giocare nei Rams non è per tutti. A noi non basta giocare per battere l’avversario non è mai stato questo il nostro obbiettivo.Per fare quello  basta un ricco  qualsiasi che arrivando con i soldi compra giocatori forti tecnicamente e dotati fisicamente  e vince il campionato o ci va comunque vicino, o basterebbe scegliere un campionato con tante squadre più deboli e si arriverebbe comunque tra le prime. No, giocare nei Rams vuol dire giocare per migliorare se stessi, per questo il rispetto dell’avversario e dell’arbitro sono insiti in noi. Loro sono alleati utili per raggiungere il nostro scopo, non nemici da abbattere. Questo speriamo che abbiano il coraggio di dire in tutti questi corsi ed incontri ai futuri allenatori.

Un mondo migliore comincia da uomini migliori.