A noi la scelta

Siamo tutti bravi ad andare avanti finche tutto va bene, non ci sono problemi  o non dobbiamo metterci alla prova con nulla. Il più grande ostacolo da superare è la paura di non essere all’altezza della situazione. Questo può accadere anche durante una partita, specialmente la prima. Ti trovi davanti a un avversario che magari ha più esperienza o è più grosso di te. In quel momento inizi a pensare che non ce la fai, perfino che è inutile tentare. Certe volta la paura è tale da immobilizzarci. Sei li con le mani che ti sudano, le gambe che ti tremano, i piedi li senti pesanti, ti guardi continuamente intorno con la speranza di ricevere un segnale o un incoraggiamento e spesso non sai più cosa devi fare. Aver paura di sbagliare ci fa sbagliare. L’unico modo per non incorrere in queste paure è essere preparati  ad affrontare ogni situazione che ci si può parare davanti. Gli allenamenti a cui siamo sottoposti servono a questo, oltre che a migliorare le nostre prestazioni fisiche. Ricordiamoci che il football non è un gioco di solo fisico, ma anche di testa. Abituarci ad avere risposte rapide, quando si è messi sotto pressione, è utile in partita per poter comprendere ciò che succede e reagire di conseguenza. La scelta sta a noi, sta a noi decidere se dobbiamo lasciarci trasportare e bloccare dalle emozioni, o essere pronti a reagire. Ogni volta che Alfredo, durante l’allenamento, decide di metterci alla prova tira fuori la famosa “bandiera bianca”(chi non regge l’allenamento può toccare la bandierina e lasciare il campo). Sta a noi decidere se buttare via tutto quello che abbiamo fatto fino ad allora e arrenderci alla prima difficoltà che ci si presenta o se continuare a combattere. In allenamento, come in partita e nella vita, siamo solo noi a decidere se lasciar perdere tutto o tenere alto il nostro nome. Ovviamente la strada più facile è la prima, ma come sempre ci viene detto ”la strada più facile non è quasi mai quella giusta”.   Martedì stavo decidendo di lasciare tutto e andare a toccare la bandierina bianca. Il dolore al ginocchio era lancinante, tanto che mi sono venute fuori le lacrime (fortunatamente coperte dalla pioggia appena iniziata). Tutte le parti del mio corpo mi dicevano di rinunciare, tranne una. Questa non era la mia testa, ma il mio cuore. Il fuoco che ardeva dentro di me prese il sopravvento e mi ha permesso di fare quegli ultimi metri che pochi secondi prima mi sembravano chilometri. Tutto questo è dovuto alla voglia di non lasciare i miei compagni da soli, di non essere l’anello debole della catena e soprattutto di non dare ad Alfredo la soddisfazione di avermi spezzato. Tutto dipende da noi, solo noi possiamo scegliere cosa fare del nostro futuro, nessuno deve condizionarci e nessuno può aiutarci nella scelta.

Fra Mira