Oggi come allora: Rams is enough
Ho ricevuto un telefonata da un nostro giocatore che mi informava della sua assunzione a tempo indeterminato da parte della azienda presso la quale stava facendo un periodo di prova. Contemporaneamente mi manifestava la sua volontà, concordata con la sua fidanzata di devolvere al progetto Rams il suo primo stipendio. Sono ovviamente rimasto basito ma estremamente felice per quello che questo gesto rappresenta, specie dopo l’appello lanciato.
Ieri abbiamo registrato un pezzo per una puntata di una nuova trasmissione non sportiva che andrà in onda su Sky a dicembre, ringrazio a questo proposito i ragazzi che si sono resi disponibili, , oggi consegnerò due dei nostri caschi un po’ datati ad una prestigiosa rivista di moda che mi ha contattato per poterli fotografare a fianco di loro modelli per il numero che uscirà a gennaio. Ho ricevuto, anche ieri, alcune telefonate di ragazzi che volevano sapere se potevano ancora iscriversi ed entrare a far parte della squadra, alle quali ho ovviamente risposto positivamente e già stasera dovrei incontrarli agli allenamenti, insomma stiamo rivivendo l’interesse che negli anni 80 avevamo suscitato, merito sicuramente della stessa organizzazione, serietà e passione con cui tutti i nostri dirigenti ed allenatori si stanno prodigando, merito di tutti i nostri ragazzi che hanno saputo creare una squadra pronta ad accogliere e rispettare chiunque voglia impegnarsi seriamente. A tutti quelli che ci contattano ricordo che far parte dei Rams vuol dire sposare non solo uno sport ma una filosofia di vita. Noi non formiamo giocatori professionisti cerchiamo tutti insieme di diventare uomini migliori. Il football non può essere un fine, ma un piacevole mezzo per dimostrare a se stessi, prima che agli altri, che i propri limiti possono essere innalzati con l’’impegno e la costanza. Il football non è uno sport per tutti, così come i Rams non sono una squadra per tutti. Tutti possono farne parte, ma solo chi vuole sul serio impegnarsi con serietà e costanza riuscirà a restare. Non siamo la squadra che si fa notare perché beve tante birre e non concepiamo la fratellanza come una sbronza in comune, siamo convinti che il divertimento non debba passare attraverso l’alterazione dello stato di coscienza, ma attraverso altri valori. Per questo giocare per noi è difficile, perché vuol dire dare sempre il massimo, vuol dire non cercare scorciatoie, vuol dire anche accettare di mettersi in disparte per il bene della squadra. Capire questo, vuol dire impegnarsi quotidianamente per non dovere dire domani devo studiare e non posso venire. Cosi come si prepara un campionato mesi prima, allenamento dopo allenamento e non il giorno o la settimana prima, le interrogazione o gli esami si preparano quotidianamente cosi da arrivare all’appuntamento pronti e non dover saltare gli allenamenti per sottoporsi ad una full immersion della materia di cui poco resterà nella nostra testa.
Si, imparare a giocare a football nei Rams, vuol dire anche imparare a gestire il proprio tempo, la propria vita in maniera costruttiva e spesso anche divertente, vuol dire sapere che la nostra vittoria non è solo il punteggio sul tabellone, ma il rispetto con il quale la gente ci guarda, lo stupore con il quale l’autista del pulmann ci vede pulire il suo mezzo prima di lasciarlo o il raccogliere la carta e le bottiglie di plastica ogni volta che lasciamo un campo di gioco. Essere educati per noi non è un optional e qualcosa di cui non ci vergogniamo ma anzi ne andiamo fieri. Per questo ci piace quando sintetizzando tutto alcuni ricordano. “ Rams is enough”