Ennesimo atto diseducativo reclamizzato dalla stampa. Mentre stiamo facendo una battaglia per far inserire nei curriculum delle richieste di lavoro il grado e il tipo di sport praticato, siamo stufi che il calcio professionistico possa vantare la qualifica di sport. Tutto tale mondo dovrebbe al limite essere vietato ai minori, e considerato se mai spettacolo. Non una delle componenti si salva. I giocatori si sono ben guardati da stigmatizzare il comportamento di alcuni loro colleghi simulatori, ma anzi a turno molti di loro ne diventano protagonisti. I giornalisti non solo non criticano pesantemente ma anzi fanno a gara a diseducare i giovani, celebrando ex tossicomani, ma attuali evasori fiscali per milioni di euro, persone che si vantano di aver vinto un mondiale grazie ad un gesto truffaldino neppure mai pentiti, o anziché denunciare lo squallore di un giocatore che insiste nel credersi il padrone del mondo ed invitare tutte le persone serie a non farlo più giocare, questo individuo viene usato come testimonial di campagne pubblicitarie, come accade per Totti, altro esempio di educazione e sportività. Quanta ipocrisia dovremo ancora leggere e sopportare? Questi personaggi sono quelli che quando fa comodo per vendere più copie vengono indicati come eroi dalla stampa, o sono usati appunto come testimonial dalle aziende. Non dimentichiamoci che recentemente il sindacato di tali persone voleva addirittura fare sciopero. Attenzione non parliamo di milioni di persone parliamo di poche migliaia di persone che annoverano tra le loro file, disonesti, gente che ha venduto partite, gente che si butta per terra per un alito di vento, danneggiando in maniera evidente, chi sul calcio, con il bene placido dello stato, ha scommesso. Cosa aspettano i pubblici ministeri ad indagare i simulatori per illecito sportivo? Non è forse un tentativo di illecito cercare di trarre in inganno l’arbitro al fine di trarne un beneficio per la propria squadra? Quanti altri riconoscimenti deve avere chi, avendo già...
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