XXX Super Bowl un sogno e una speranza.
Per un giocatore di qualsiasi sport arrivare alla finale è comunque un sogno. Un sogno perché per riuscire ad arrivarci non sempre basta un grande impegno, non sempre e non solo bastano una squadra ben allenata e coesa, ma ci vogliono anche una componente di fortuna e di episodi che fanno si che una buona stagione si trasformi, appunto nella conquista della finale. Mi ricordo un discorso fatto da un coach che ricordava che nella vita si possono perdere i beni accumulati, si possono perdere degli affetti, ma le emozioni di una finale rimarranno per sempre dentro chi le ha provate. Il fatto poi che sia il trentesimo Super Bowl è sicuramente un valore aggiunto, in quanto è un po’ una pietra miliare come ogni finale che cada nella decina. Infine, ma certo non il meno importante, il giocarlo a l’Aquila, sicuramente gli aggiunge un sapore diverso. Se c’è un popolazione che dovrà incarnare
ciò che lo spirito del football rappresenta è proprio quella di questa città e di questa regione. Come avviene sul campo da gioco, loro dovranno lottare con la natura per strappare giorno dopo giorno pezzi della loro città alla distruzione inflitta dalla natura, cosi come gioco, dopo gioco i ragazzi in campo dovranno strappare pollici e yards agli avversari. Cosi come in campo la cosa sarà possibile solo se tutti remeranno nella stessa direzione, cosi come in campo ci saranno momenti in cui questa lotta sarà fermata, ma cosi come in campo, nessuno farà mai un passo indietro. Questa è la forza dei giocatori ed è la forza degli abruzzesi, che pur sapendo di lottare contro una regione che reclama il suo territorio solo per se, giorno dopo giorno cercano di riuscire a trovare una pacifica convivenza. Diecimila scosse in un anno e tutti li pronti a cercare di ricostruire, magari con un po’ di magone, ma con la determinazione che questa splendida gente sa mettere in campo.
Scendendo all’Aquila guardiamo due cose: la bravura e la capacità delle due squadre, per imparare dai migliori cose utili al gioco e la determinazione, la dignità e la fierezza degli aquilani per imparare a non lamentarci delle piccole contrarietà che la vita ci presenta quotidianamente. La nostra speranza di tornare con il nostro sport ai fasti degli anni 80 si affianchi alla speranza degli abruzzesi di tornare quanto prima ad una vita normale. Chi può aiuti anche economicamente i ragazzi di questa regione dando il proprio contributo per la ricostruzione dei campi da gioco, chi non può regali il suo tifo positivo, il suo sorriso ed il proprio apprezzamento per come caparbiamente questa città sta tentando di riuscire ad abbandonare l’emergenza. Facciamo si che il silenzio dello sgomento torni ad essere rotto dall’allegro vociare di tanti ragazzi che possono tornare a fare sport su campi degni di tale nome, se poi lo sport praticato e scelto sarà il nostro, meglio.