Vi siete divertiti?

Questa è la prima domanda che vorrei porre a tutti i partecipanti delle sfide decisive di oggi in FIF.
Due wild card per l’accesso alla finale di Conference e due partite per andare al Silver Bowl di Pontremoli e la domanda alla quale rispondere dovrebbe essere la stessa: vi siete divertiti? Valeva la pena di fare tanti sacrifici per giocare questo campionato e questo sport? Da tanti anni la mia risposta è sempre stata la stessa e questo a prescindere dal risultato: si! Si, perché se questa è la realtà, varrà sempre la pena di continuare, ma se vincoliamo la risposta al risultato, come vorrebbe chi di sport ne fa poco o usa lo sport come rivalsa sugli altri e non come momento di crescita, avendo un solo vincitore e tanti sconfitti credo proprio che si dovrebbe smettere di giocare . Da questa affermazione parte un ragionamento: se si divertisse solo chi vince alla fine non avrebbe avversari e non ci sarebbe più sport agonistico. Invece, invece ci si diverte sempre se si riesce a raggiungere il risultato prefissato. Per cui molta importanza sta proprio in questo: l’avere consapevolezza dei propri mezzi, il porsi risultati raggiungibili con l’impegno che si è disposti a metterci, ed accettare che alcuni risultati non dipenderanno esclusivamente dalla nostra capacità o volontà, ma che specie nello sport, ci sono alcune variabili non controllabili. Allora l’attenzione si sposta sulle aspettative che allenatori, dirigenti e famiglie si porranno. E’ ovvio che un campionato o un competizione sono agonisticamente validi quando due o più competitor possono ambire alla vittoria finale, ma è anche bello vedere quando una società costruisce un progetto e riesce a rispettarlo. Per questo i campionati che vedono l’alternanza di vincitori sono i più seguiti e quelli che suscitano maggiore attrattiva. Per facilitare questo modo di realizzare lo sport una delle cose fondamentali è azzerare il più possibile le variabili che prescindono da fattori esterni alle capacità organizzative e manageriali dei dirigenti. Questo dovrebbe essere il compito delle federazioni. Far si che ci siano tetti di spesa per ogni settore agonistico, così che la differenza la facciano la capacità attrattiva, l’organizzazione, l’impegno e la voglia di sacrificarsi per il raggiungimento degli obbiettivi. Questo è quanto accaduto nella Golden League di FIF quest’anno. Due squadre meglio organizzate con ambizioni di vittoria, tutte le altre che avevano iniziato un progetto a cercare di perseguirlo, tutti con poschi mezzi a disposizione. Così noi siamo soddisfatti della unica vittoria ottenuta ma comunque di un campionato dignitoso che ci fa fare strada sul cammino di costruzione di una squadra competitiva che ci siamo prefissati, Frogs e Skorpions si contenderanno oggi il loro accesso alla finale ma avendo già ottenuto quanto nei loro progetti e cosi via. La federazione dal canto suo ha fatto un grosso passo in avanti qualitativamente con l’organizzazione di tre Bowl, Young, Silver e Super, tutti in campo neutro, che ci dovranno dare la dimensione di quanto con la buona volontà, la fantasia e le indubbie capacità manageriali dei nostri dirigenti, sia possibile raggiungere anche con mezzi veramente risicati. Molto c’è ancora da fare, come è ovvio, molto ancora da migliorare, ma credo che i risultati non possono che incoraggiarci nel continuare su questa strada.
Per questo mi auguro che questa sera sia chi continuerà il proprio cammino nelle competizioni, sia chi le dovrà abbandonare, passati i primi momenti di delusione comprensibili, alla prima domanda risponda anch’egli senza esitazione. ” Si, mi sono divertito.”