Domenica alle 16.00 Saini Field
Domenica alle 16.00 e non alle 15.00 come annunciato precedentemente scenderemo in campo per l’ultima volta nella regular season della nostra prima Golden League degli anni 2000. Pur anticipando il programma di crescita di un anno, siamo riusciti fino ad oggi ad onorare sia noi stessi che il nostro pubblico con prestazioni degna di tale nome. Abbiamo perso sempre quest’anno, ma sempre con onore e fino ad oggi crescendo di partita in partita, riuscendo ad arrivare a lottare per la vittoria, fino a pochi minuti dalla fine, nell’ultima partita prima della pausa giocata al Vigorelli contro i Blacks, che la settimana dopo hanno combattuto fino ala fine contro i Campioni d’Italia dei Bengals . I Bob Cats sono una squadra impegnativa che gioca un football molto tecnico, giocato sia su corsa che su passaggi. Hanno un quarterback di cui si parla un gran bene malgrado la giovane età ed una difesa forte e rinforzata da quest’anno da alcuni giocatori di esperienza. Insomma proprio un test di prova credibile per sapere se le trasferte che ci attendono potranno vederci giocare con le stesse ambizioni di ben figurare avute nel percorso casalingo. Sapevamo che giocare in serie A non sarebbe stata una passeggiata, sapevamo che giocare ogni settimana non è come giocare una volta ogni tanto, non a caso siamo l’unico campionato in Italia che mantiene questi ritmi. Si perché giocare ogni settimana presuppone sia un organico adeguato, sia una dote in più da parte dei giocatori: il saper stringere i denti. I tempi di recupero sono ridotti all’osso: o ti alleni o recuperi. Devi dunque imparare che spesso devi aumentare la tua carica di adrenalina e dimenticarti del dolore. Da questo punto di vista dobbiamo ringraziare Alfredo, il Kaiser, perché non solo con i suoi allenamenti ha saputo metterci in condizione ottimale, ma è riuscito a portare la nostra soglia di sopportazione del dolore e della fatica, ben al di sopra dei valori standard, e suggerirei al ministro Brunetta di adottare i suoi metodi per diminuire l’assenteismo. Qualcuno non ce la fatta, qualcuno non ce la farà, ma questo è nel football uno sport per molti ma non per tutti. Uno sport in cui l’umiltà, la pazienza e lo spirito di squadra sono valori fondanti. So che qualcuno oggi cerca di spiegarci che il football è fatto da uno che lancia e uno che riceve, con il fastidio in mezzo di molti kicck –off, ma quello non è e non sarà mai il nostro sport, il nostro football. Noi siamo quelli dei film quelli che lottano per i centimetri, quelli che sanno quanta fatica si fa per segnare una meta, quelli che sanno l’importanza di ogni giocatore in campo ed in panchina. Non importa quanto sia bravo il primo anello della catena, noi siamo convinti che il valore e la robustezza della catena si misuri sul suo anello più debole e non sul suo più forte. Per questo ogni allenamento, ogni partita uscendo dal campo dobbiamo chiederci dove abbiamo sbagliato? Cosa potevamo fare per diventare migliori? Abbiamo contribuito ad aiutare l’anello più debole e se siamo noi quell’anello, abbiamo fatto di tutto per innalzare il livello di tutti gli altri? Questa è la nostra filosofia, con questa mentalità affronteremo i prossimi allenamenti e la prossima partita e solo cosi a fine anno potremo essere soddisfatti del lavoro svolto e solo cosi i nostri sacrifici avranno avuto un senso. Non so onestamente se la televisione si interesserà mai di noi, ne se lo farà la carta stampata e forse se neanche la nostra vicina si interesserà mai a quella grossa borsa che ci vede portare avanti ed indietro, ma so che ogni martedì e ogni giovedì e molte domeniche c’è una realtà che mi affascina “L’isola dei Rams”. Per partecipare non ci vogliono raccomandazioni e non bisogna essere figli di nessuno di importante, basta avere voglia di mettersi in gioco con le proprie capacità, il proprio carattere, la propria intelligenza e sopratutto essere pronti a dare il 100% per i propri compagni con tanta umiltà, e la cosa bella è che cosi facendo si vince tutti.