Scuola di arbitri di football

Dal 1980 il football americano ha avuto un grosso problema: gli arbitri. All’inizio siamo dovuti ricorrere agli americani delle basi Nato, allora sotto la direzione di Ray Semko, contemporaneamente capo allenatore dei Rinoceronti ( se vi chiedevate da chi aveva imparato Moggi) poi ci eravamo resi conto che 100 dollari a partita ad arbitro, era una costo insostenibile per le squadre, e nacque la AIAFA (associazione italiana arbitri football americano). Il problema era che gli arbitri li istruiva Semko il quale impose agli Italiani di chiedere somme in linea con rimborsi chiesti dagli americani. La federazione rispose obbligando tutte le società ad avviare al corso arbitri almeno due persone all’atto della iscrizione della squadra al campionato, cosi da avere un numero sufficiente e necessario di direttori di gara per coprire tutti i campionati, e riuscire piano piano a fare a meno dei costosi americani e tentando di abbassare le tariffe degli italiani.. Le vicende del nostro sport hanno portato poi, per un certo periodo, visto la chiusura di molte franchigie, ad avere un numero sempre sufficiente e necessario di arbitri per coprire i campionati. Ora molti di quelli che tanta esperienza avevano accumulato si sono ritirati o hanno smesso per i più svariati motivi e il numero di arbitri è purtroppo tornato ad essere inferiore rispetto alle necessità, anche perché troppo pochi sono stati quelli nuovi inseriti negli organici. Ora io mi chiedo perché la classe arbitrale in questi anni non ha fatto un adeguato proselitismo cosi da abbassare i costi e migliorare la qualità? Perché non ha fatto quello che molte squadre fanno: vanno ovunque a cercare di coinvolgere ragazzi per portarli a giocare? Ho cercato di rispondere ed alla prima domanda la risposta era abbastanza facile chi stava ai vertici preferiva arbitrare il più possibile, e sono buono …, ma sulla seconda non trovo la risposta adeguata. Sicuramente è più facile fare come facemmo allora, obbligare le squadre a fornire due aspiranti arbitri, ma spesso persone così reclutate non sono molto motivate, e allora? Allora ho provato a chiedere quale è l’impressione che la gente in generale ha sugli arbitri e la risposta è che quasi nessuno considera, come dovrebbe essere e come spero che sia o che sarà, che l’arbitro è prima di tutto un grande appassionato, talmente appassionato che accetta di sottoporsi a grandi sacrifici senza avere mai la soddisfazione di essere il protagonista, se è bravo. Deve essere una persona molto equilibrata che ha un grande rispetto degli atleti ma nello stesso tempo che sa farsi rispettare, che capisce ma non giustifica, che applica la legge con molto buon senso ma nello stesso modo nei confronti di tutti. Deve riuscire ad essere umile al punto tale che diventa disarmante, deve essere psicologo, giudice e padre nello stesso tempo. Insomma fare l’arbitro presuppone delle doti che in pochi atleti si riscontrano. Ma questo messaggio non è mai passato, per lo più la gente pensa all’arbitro come un’atleta mancato, pensa ad uno che voleva il potere senza averne le capacità per guadagnarselo diversamente, pensa ad uno che ha trovato il sistema per arrotondare facendo poca fatica , pensa ad una persona che crede di non sbagliare mai e che al posto che dire che potrebbe non avere visto, dice che ha visto tutto ed è come dice lui, e questo è la cosa più grave perché li fa convincere di non poter sbagliare. Io vorrei una classe arbitrale che fa passare il primo messaggio, una categoria che chiede alle squadre se possono trovarsi su loro campi per prepararsi atleticamente cosi da riuscire a stare al passo con i ricevitori quando scattano e riuscire a sbagliare meno. Si perché diciamolo l’arbitro bravo è quello che sbaglia meno, arbitri infallibili non esistono, e se pensano di esistere è meglio che non arbitrino. Io vorrei che gli arbitri chiedessero alla federazione di farli accompagnare le nostre squadre quando vanno a parlare nelle scuole per prospettare ai ragazzi la possibilità di diventare un ref. Mi piacerebbe competere con loro nel reclutamento, per cercare di affascinare il ragazzo interessato più di quanto non riescano a fare loro, perché loro sono fondamentali e svolgono il ruolo più difficile in ogni sport. Per questo dovrebbero allenarsi almeno quanto i giocatori, dovrebbero studiare i filmati, non per vedere quanti errori hanno fatto, ma come potevano evitarne alcuni. Se erano nella posizione sbagliata, se non hanno comunicato a dovere con i loro colleghi se erano in carenza di ossigeno, perché stanchi, e cosi via e impegnarsi per migliorare per la prossima partita e soprattutto dovrebbero trasmettere questo loro impegno e questa loro passione. Io voglio e spero che si riuscirà ad ottenere tutto ciò, perché noi andremo avanti ad insegnare ai nostri atleti che gli arbitri son così anche se qualche volta non è vero, andremo avanti ad obbligare i nostri atleti a rispettare in maniera assoluta i direttori di gara, perché questo deve insegnare lo sport, il rispetto per chi esercita la legge qualsiasi cosa faccia , esistono poi sedi appropriate in cui discutere, ma questo non può essere il campo. Un’ultima cosa: rendiamo obbligatoria la visita medica anche per gli arbitri, ma questo credo che la FIF con il nuovo tesseramento lo abbia già previsto, era una anomalia incredibile che gli unici a fare agonismo senza obbligo di visita fossero gli arbitri. In bocca al lupo anche a loro.