Il nostro campionato ideale
Esprimiamo qui quello che speriamo diventi presto un progetto della FIF. Una delle basi dello sport in generale, e del F.A in particolare, è quella di dare la possibilità a tutti i partecipanti di poter vincere il campionato. Ovviamente ci sono squadre meglio organizzate che hanno vinto più titoli delle altre ma gli americani hanno capito da subito che, uno sport, per diventare popolare si doveva basare sull’alternanza delle squadre vincitrici. Non possono essere i soldi che una squadra ha alle spalle la discriminante per vincere un campionato ma, la programmazione, un duro lavoro e tanta organizzazione devono garantire i risultati a tutti. Ovviamente tutto questo non si organizza in tre mesi ma crediamo che sia questo il risultato a cui la federazione deve mirare. Ora su questi basi preliminari come vorremmo che fosse organizzato il nostro campionato, quello della FIF? Crediamo intanto che il Superbowl debba essere disputato tra una squadra dei gironi centro sud e una dei gironi centro nord. Sicuramente una sfida di questo genere oggi potrebbe penalizzare le squadre del nord, che sono sicuramente più numerose, ma sono convinto che in poco tempo la prospettiva di poter giocarsi la finale aiuterebbe la diffusione del nostro sport anche nelle regioni del sud in cui ad oggi si è poco sviluppato, e dove fa più fatica a trovare sponsor. Badate bene, nel sud, non nella sola Sicilia, dove il suo proliferare è dovuto per la maggior parte a rimborsi che il particolare statuto della regione garantisce , e non alla richiesta di football da parte dei praticanti, prova ne è la partita interrotta l’anno scorso da una squadra di serie A di Fidaf per mancanza di giocatori e la mancata formazione di almeno una squadra giovanile in Palermo, città che vanta sulla carta quattro squadre di cui due di serie A. Due fatti che da soli la dicono lunga sulla reale diffusione del football a Palermo. Se infatti paragoniamo non Milano o Roma ma Reggio Emilia o Bologna ci rendiamo conto che le squadre nascono per la reale esigenza di far partecipare il maggior numero di ragazzi, ma se non ci sono i ragazzi non si capisce perché nascono. Chiuso questo discorso esplicativo, spero che adesso il Coni faccia luce su tutto questo, visto che qualcuno lo ha chiamato ad osservare, ma torniamo alla nostra idea di campionato. Credo che il futuro debba continuare ad essere tra gironi geografici ma con due conference nord e sud distinti, i quali debbono ognuno portare una finalista al campionato. Mentre a seconda delle partecipanti, le due conference debbano essere divisi in gironi geografici sia per parificare il numero di partite disputate da ogni squadra, sia per abbassare i costi di gestione delle squadre.
Prossimamente spiegheremo meglio come vorremmo il resto dell’organizzazione.